59°capitolo - we are only victims

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«Hey sbirro, dobbiamo parlare.» dissi con tono serio.

Christian mi guardò da oltre la spalla con quel fare da superiore che avevo sempre odiato.

Marco, affianco a lui, disse «Hei, come ti perme–..» «Tranquillo.» lo interruppe «Siamo un po' indaffarati in questo momento. Si sta per abbattere su di noi un tornado, o te lo devo ricordare?» ‹Quanto vorrei toglierli questo tono di bocca con un pugno.› -ma dovetti rimanere calmo, ora non era il momento.-
«Dimmi, ti sarei mai venuto a parlare?» mi osservò «No, appunto.»
«Vieni con me.»
«Non serve.»
Si voltò di nuovo verso la mia figura «Ma come non–..» «Lui è quì.»
Notai la contrazione dei suoi muscoli dalla mandibola «Lui... chi?» temette la risposta, glielo lessi in faccia.
«Claus è quì dentro e si spaccia per Aron.»

Reagì in modo improvviso, tirò un calcio contro al muro!

«Lo sapevo cazzo!» ne tirò un altro «Quel giorno in infermeria avevo avuto la sensazione che non ci fosse Aron davanti a me, ma qualcun'altro. Merda!»

Lanciò altre tre o quattro imprecazioni.

Io «Se–..» si avventò su di me, mi strinse il collo della maglia «Dov'è?! Tu, lo sapevi!»
«E quando avrei potuto parlart–..» «Dov'è?!» mi gridò in faccia.

Alcuni sguardi erano già puntati su di noi da quando aveva iniziato a voler imitare Jackie Chan.

«È uscito.»
«Uscito?! E perchè non l'hai fermato?» strinse ancora di più la presa.
«L'ho perso di vista!» alzai la voce a mia volta «E mollami!»

Mi guardò in cagnesco e appena lasciò la presa lo spintonai.

«Prima che potessi fermarlo si è confuso in mezzo agli altri!» gli dissi «Hey! Dove stai andando?!» non mi diede risposta, così lo seguiì a ruota.

Christian Jay (POV'S)

‹James James James James James James James, devo trovare James!› -continuai a pensare imperterrito.- «James!»
«Hei Chri, che succede?»
«Devi avvertire immediatamente il direttore.» gli dissi mentre stavo già correndo via.
Lui mi chiese «Non puoi farlo tu? Dove stai andando?»
«Devo correre fuori!»
«Cosa?! Sai che–..» lo interruppi «Claus è quà ed è fuori probabilmente con Aron!»
«Merda.»

Corsi verso le celle d'isolamento, verso quell'unico possibile accesso.
Quando ci fui davanti, per mia fortuna, era presente solo il cartongesso. L'entrata non era stata murata neanche stavolta. Avrà pensato che non servisse, non per ora, per lo meno, e per la prima volta nella mia vita dovetti ringraziarlo.

Il telefono mi vibrò in tasca ed imprecai in modo automatico. Non gli diedi retta, non avevo tempo ora.

*crrrr crrrr*

«Christian!»

Presi il walkie talkie in mano.

«Mi sente?»
Udiì un'altra voce «Sì, sì, è acceso.» ‹Ma è James?› «Chr–.. Emh emh. Cioè, punto 02, mi senti?»

Alzai gli occhi al cielo in automatico, perchè doveva comportarsi da soldatino davanti a lui? Questo suo lato mi avrebbe sempre infastidito.

Cliccai il pulsantino.

«Sì. Ci sento, "punto 06".» lo scimmiottai, peccato non potesse vedere pure la mia faccia.
«Dove sei Christian?»

CRESCERE NEL CRIMINEWhere stories live. Discover now