37°capitolo - analyze the problem

990 34 0
                                    

«Qualcosa non vachiese nuovamente.

Fissai prontamente i miei occhi in quelli di Carlos.

Taylor sventolò le mani davanti a sé «Sì! Non preoccuparti, è tutto a posto.»

Quasi non udiì quel che disse, troppo impegnato a non distogliere lo sguardo dal suo. Il primo che lo avrebbe distolto avrebbe perso. Funzionava così.
Era una legge naturale quà dentro.
Abbassarlo sarebbe stato come perdere. Ed io non perdevo mai.

«Taylor!»

Dopo aver udito quella voce, Carlos smise di guardare me, per guardare Chiara.

Decisi di andarmene da lì e di fare ritorno dentro.

Taylor Vega (POV'S)

Erano quasi le 22:00.

Eravamo tutti dentro, lo spazio non era granché.
Io ero chiusa in un angolo. Mi stavo agitando, era inutile continuare a dirmi di dover rimanere calma, perchè non stava funzionando.
Decisi di uscire a prendere aria non potendone più di restar lì.
Appena apriì la pesante porta notai che stesse piovendo. Faceva piuttosto freddo 'sta sera. Mi strinsi nelle spalle, non avevo pensato di mettermi addosso una felpa più pesante.

Sentiì tossire qualcuno proprio di fianco a me.

«Ma chi diavolo sei?!»
«Solo Maick.» disse venendo in seguito verso la luce «Non volevo spaventarti.»

Tirai un grosso sospiro di sollievo.

Stai diventando troppo ansiosa.› -mi disse.-

Io «È che non ti avevo notato quà al buio.»
«Colpa mia.»
Controbattei «Bé, avrei dovuto notare comunque un lumino sospeso per aria.» mi riferiì a ciò che teneva in mano.
Maick buttò fuori il fumo «Può darsi. Ma io sono una persona silenziosa, quindi...»
Cambiai discorso «Come mai sei quì?» ‹Mah! Sta solo fumando...› -capiì tardi che la mia fu una domanda sciocca.-
Per l'appunto, Maick, alzò la sigaretta e mi rispose «Sto fumando.»
Osservai meglio quel che teneva in mano e puzzava più del normale «Ma è una canna! Sai cosa succede se ti beccano!?» esclamai.
Rise con leggerezza «Non preoccuparti. È erba medica. Quá dentro lo sanno, la uso come calmante. Ormai non mi dicono niente.»
Dopo che mi spiegò potei tirare un sospiro di sollievo «Ho capito.»

Rimasi a fargli compagnia. Così decisi di accucciarmi contro la parete.

La porta si spalancò, fecero capolino due ragazze.

Prima che si richiudesse sentiì dire da una guardia «Avete cinque minuti!»

In effetti fra non molto avrebbero spento le luci.

«Tu come stai?»
«Mh?» dissi distrattamente per poi girare la testa verso di lui.
Maick chiarì «Insomma, sei quà fuori, rannicchiata per il freddo contro il muro, e non stai neanche fumando.» in seguito aggiunse «Ti offrirei una sigaretta ma io non ne fumo.»
«Oh.» esclamai «Non preoccuparti.» nascosti le dita ancora tremolanti.
Lui « Mmh...»
Io «Che c'è?»
«Come stai?» mi rifece la domanda.
Anche se non colsi il motivo del suo volermelo ridomandare gli risposi distogliendo lo sguardo «È tutto okay...» poi gli chiesi a mia volta «E tu? Come stai?»
«Male.» rispose tranquillamente con un'alzata di spalle.
«Perchè?» chiesi con dispiacere.
«Non c'è un motivo, è così e basta.»

CRESCERE NEL CRIMINEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora