62°capitolo - children's games

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...FLASHBACK...

«Dai, Taylor, muoviti.» le dico. -Le punto il bastone contro- ‹Mi diverte torturarla.›
Taylor si lamenta «Non ci voglio salire...»
«Uffa!» m'innervosisco «Devi solo salire su quello stupido muro di mattoni per poi buttarti all'indietro e morire.»
«Ma è alto.» ‹E si lamenta. E si lamenta. E si lamenta. E si lamenta!› nel mentre che lo dice però sale, perlomeno.
«Che ci voleva?» le tiro un'occhiata annoiata «Ti devo spingere io?» salgo su e la raggiungo.
Taylor scuote le mani davanti a sé «No, no!»
«Bene, allora vai.»

Guarda giù.

«Devo cadere di schiena...?» domanda «Non mi farò male?»
«Uffa! E muo–..»

Faccio un movimento brusco. Due mattonelle crollano. Manco il muretto col piede. Finisco per spingerla. Lei si aggrappa a me. Mi tira giù con sé. Le cado addosso. Sento un crack.

Mi tiro sui gomiti «Che male...» provo dolore «Accidenti a te...»

Siamo cadute da mezzo metro.

Io «Sei una stupi–..»

Guardo Taylor, ha gli occhi aperti, puntati nei miei.

«Taylor?» la chiamo «Taylor?! » la scrollo.

Mi siedo sulle ginocchia. Mi guardo le mani- ‹Sangue.›

«Che è successo?» sento una voce.

Mi giro verso di lui

Claus «Aron.» lo raggiunge «Che cosa stai–..»

E poi, mi vede, la vede, vede tutto.

Scappo, corro in bagno.

‹Devo lavarmi.›

Apro l'acqua. Scorre.

‹Vai via! Vai via!›

Il lavandino si colora di rosso.

Non so quanto sia passato, mi sono chiusa dentro il bagno a chiave. Continuano a bussare e a gridare ma non ho intenzione di aprire la porta.

«Harley! Harley!» mi chiama mia madre «Che cosa hai fatto!?»

Grida, disperata, lacerata.

L'ho uccisa.›
Sì. L'hai fatto.»
‹Non volevo.›
‹Sì. Lo volevi.›
Non è vero.›
Eccome. Invece.›
È stato il sasso...›
No, sei stata tu.›
Non è vero!›
Il collo glielo hai spezzato tu.›
No, non è vero!›
Invece sì.› -mi dice ‹Hai voluto giocare.›

...FINE FLASHBACK...

Tu, l'hai uccisa.› -mi ricordò- ‹Con un gioco per bambini.›

...FLASHBACK...

Sento di nuovo quel click.

CRESCERE NEL CRIMINEWhere stories live. Discover now