49°capitolo - the blackest part of hate

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Claus Jhones (POV'S)

Osservai il liquido ambrato girare su sé stesso grazie al solo movimento del mio polso. Bastava così poco, una sola mossa, per far muovere qualcosa sotto il proprio volere.
Fermai il roteare del polso. Il liquido sbatté contro le pareti del bicchiere, si udì un plick, ne fuoriuscì una goccia che andò proprio a finirmi sul naso.
E bastava ancor meno per fare far sì che sbordasse tutto. Se non c'era alcuna attenzione e né alcuna maneggevolezza il rischio che tutto si rovesciasse era alto. Ma io ero attento. Lo ero sempre.

Buttai giù l'ultimo sorso di Bourbon.

«Entrerò presto...» parlai da solo.

Osservai il riflesso del mio sorriso sadico rispecchiarsi sul vetro lucido del bicchiere.

‹Oh, fratellino...› -pensai- ‹L'incubo sta tornado.›

Mi misi più comodo, allungai le gambe sul tavolino.

Aron. Lui, era sempre stato la mia ombra oscurata.
Ai tempi sapevo alla perfezione che aveva un qualcosa dentro di sé. Qualcosa tinto del colore più nero e tirarglielo fuori non fu tanto facile. Il motivo per la quale io l'abbia fatto? Il sapere. Il capire. Ero sempre stato una persona molta curiosa, fissata con la psicologia umana.

«'Umano'...» risi fra mé e mé. ‹Che parola strana da pronunciare, per me, ch'ero tutto fuorché umano.›

Devi starci attento.›
A chi?› -ridacchiai divertito.-
A tuo fratello.›
‹Ad Aron?› -me la risi sguatamente.-
Sì. Te lo ricordi? Quando era peggio di te?›

«Mmh...»

Versai nel bicchiere dell'altro Bourbon. Ne bevvi un sorso, lo degustai, e pensai con attenzione. Mi schiariì le idee.

Il mio odio per lui batte ogni mostro che si trova dentro la sua testa.›

Buttai giù il Whiskey tutto d'un sorso e in seguito ne presi ancora.

L'avrebbe pagata cara per il suo tradimento. L'unica persona di cui mi fidavo, mi aveva tradito, mollato in un colpo. Non glielo avrei mai perdonato. Mai.
Come lui era pronto ad uccidere per me io ero pronto a morire per lui.
Il sangue. Lui aveva tradito il suo sangue, e quindi, anche sé stesso.

...FLASHBACK...

«Sssh!» mi fa segno.
«Se–..» «Sssssssh!»

Rimango zitto e lo seguo.

Siamo in giardino, vogliamo prendere le bici per andare a fare un giro di nascosto. 'Sta sera ci saranno le stelle cadenti.
Se l'avessimo chiesto a nostro padre non ci avrebbe mai lasciati andare. Quindi perchè dirglielo?
Dopo essere saliti sulle bici cominciamo a pedalare verso il parco a gran velocità!

Aron urla «Woohooooooh!»

‹Non capisco che divertimento ci trovi.› -penso io.-

«Eddai!» si gira per guardarmi «Fallo anche tu!»
«Guarda dove vai!»

‹È proprio un bambino.›
‹E non lo sei anche tu?›

Pedalo più veloce, lo raggiungo.

«Dai!» insiste.
«È stupido.»
«Uffa! Sei–..» lo interrompo «Proprio un antipatico.»
«Sì! Ecco!» dopo la sua affermazione alzo gli occhi al cielo.

CRESCERE NEL CRIMINEWhere stories live. Discover now