61°capitolo - geminis of old date

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La porta si apre.

«Signore?» dice una vocina.
«Sì?»

È la voce di mio padre.› -dico fra mé e mé- ‹Non l'ho mai sentita così intrisa di... "umanità", forse?›

«Ha proprio una bella casa.» gli dice la bambina.

Mi giro sul divano per vedere le facce dei nostri ospiti.

Noto questa piccoletta dai lunghi capelli bruni e dagli occhioni con una sfumatura sul verde scuro che vengono illuminati dalla luce del mattino proveniente dalla grande finestra del salone.

Mia sorella si avvicina a lei «Ciao.» dice, soffice «Io sono Grace.»
«Io mi chiamo Taylor!» allunga il braccio tutta contenta e pimpante.

La donna che le tiene la mano sorride raggiante, è molto bella. Quando la guarda perfino i suoi occhi sorridono.

Grace poi chiede «Oh, e tu invece? Chi sei?»

Sposto lo sguardo dall'altra parte, a destra della donna, tiene un'altra piccola mano nella sua.

«Lei invece è Harley.» risponde al posto suo.

E quando ritorno con lo sguardo sul suo viso, non sorride più come prima. Mentre guarda lei... ‹È come nostro padre guarda noi.› -finisco di dire nella mia testa.-

«Siete due gemelle!»

Nostra madre fa capolino dalla cucina.

«Ciao, è un piacere avervi quì.» gli dice mentre si tira giù la manica dove ancora si notato i macconi risalenti a qualche giorno prima.
«Io sono Sara, piacere mio.» si presenta.

Torno con gli occhi puntati su quell'altra bambina.
Mi sta guardando. Non ci leggo gioia, spensieratezza, dolcezza. No. Lei è tutto l'opposto della sorella. Ha un qualcosa di molto cupo in quei due occhietti poco più scuri. Un qualcosa di... curioso. Strano. Quasi spaventoso per una bambina della sua età.

«Claus, io fra poco esco.» mi avvisa Aron.
Mi rimetto composto «E dove vai?»
«Esco.» ripete «La casa si è fatta stretta all'improvviso.»

Lui non si degna neanche di vedere chi ci invaderà l'abitazione per circa una settimana.

Sento le voci di Jonathan e Philipp provenire dalla cucina.

«Oh, Christian!» nostro padre lo chiama appena lo nota venire giù per le scale «Questo è mio figlio.»

‹Sto per vomitare.›

Sara e Josephine li raggiungono mentre chiacchierano.

Mi alzo dal divano insieme ad Aron «Sì, vengo anche io.»

Prendiamo le nostre cose.

«Ragazzi.» ci richiama nostra madre «Dove state andando?»
«Usciamo mamma.»
Chiede ancora «A quest'ora?»
«Sì a quest'ora.» le rispondo in modo brusco.
Aron mi fulmina, e poi le dice «Tranquilla, saremo a casa per pranzo.»

Io lo sto già aspettando sulla soglia della porta.

«Wooow!» sento dire -Faccio una smorfia- ‹E adesso che vuole questa mocciosa?› «Anche voi siete gemelli!» Aron la guarda dal basso verso l'alto, non le risponde «Però siete diversi da me e da mia sorella. Sapete? Lo siamo anche noi, però–..» «Stai zitta.»

CRESCERE NEL CRIMINEWhere stories live. Discover now