11°capitolo - artistically asshole

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Aron Jhones (POV'S)

Rimase immobile. Aveva balbettato qualcosa, ma non avevo capito niente. Non faceva altro che guardarsi in giro.
Era nervosa? Faceva bene.

«Non hai ancora risposto.» le feci presente.
«I-io–..»
«Tu...?» la incalzai.
La notai deglutire «Ho sentito una delle guardie conversare, tra parentesi non l'avevo mai vista...» Be', meglio così, perchè se l'avesse vista avrebbe voluto dire solo una cosa.› -commentai nella testa.- ‹Come per gli altri tre alla fine.› significavano solamente guai quelli là.

Rimase in silenzio, dovevo tirarle per forza fuori le parole con le pinze?

«Non hai»Maledizione. Fatico a parlare.› «ancora risposto.» le feci notare.

Questa volta il suo sguardo rimase su di me.

«Gli ho sentito dire che eri messo male.» Cosa?› -mi misi a ridere ma mi bloccai subito dopo dato che, il farlo, mi aveva provocato una fitta.- «Non ridere!» mi riprese.
«E come potrei... non ridere?» le chiesi, la situazione era inverosimile!
Si mise una mano sulla spalla per poi scostarla poco dopo «Non so, non capisco per cosa tu debba ridere.»
Le avrei rifilato un'espressione divertita se non fosse stato per il dolore ancora ben presente in certi punti del viso «Non ne vedi il motivo? Eppure» fui pervaso da una fitta «ce ne sono così tanti.»
«Tipo?» me lo veniva pure a chiedere? ‹Che ragazzina ingenua.›
Questa volta il male che sentivo non riuscì a fermare la mia risata sarcastica «Il primo esempio potrebbe essere che non ha alcun senso che te ne importi.» quasi faticai nel pronunciare la frase per intero ma ce la feci comunque.
Taylor rimase muta, non so quanti secondi passarono prima che mi rispondesse «È vero, però volevo–..»

Perchè si doveva bloccare così?!

Sospirò rumorosamente «Volevo vedere cosa ti avevano fatto.»

Feci una smorfia che non riusciì a fermare. ‹Hai fatto innamorare la ragazzina?› -disse con scherno.-

Non ce la feci e alla fine risi veramente di gusto provocandomi soltanto dolori e fitte continue.

Tra un sussulto e l'altro le dissi «T-ti prego... Smettila. Di la verità, s-sei venu..– ta per provocarrmi del m-ale?» ‹Devi smetterla!› -ma non ci riuscivo!-

Dovevo calmarmi. Inspirando ed espirando. Cercai di riempirmi i polmoni con quella poca aria che riuscivo ad inalare. Peccato che le mie risate fossero ancora ben presenti. Non riuscivo a fermarmi e questo era un problema. Continuai a cercare di prendere aria. Quando respiravo sembrava che mi sentissi trafiggere.
La risata si era affievolita di poco, era ben difficile smettere di ridere a comando.
Mandai giù il groppo che sentivo in gola.
Buttai fuori l'aria che ancora tenevo nei polmoni per poi prenderne altra. Nel farlo mi si mozzò il respiro, mi sentiì mancare. Strinsi talmente tanto i denti che temetti di poterli rompere. Avevo una fitta intercostale! Dovevo restare tranquillo ed aspettare che il male passasse o si affievolisse. Che poi in realtà il respiro mi si mozzava ogni qual volta che cercavo di inalare ossigeno, ma dato il risolio, era pure peggio, visto che più cercavo di farlo piano, meno mi riusciva. Non feci altro che autoprovocarmi una sofferenza continua.
Tra parentesi non riuscivo neanche a capire da dove provenisse perchè ogni qual volta sembrava partire da punti diversi.
Mi avevano conciato davvero male.

Trascorse qualche minuto ed il tutto era quasi completamente cessato. O così sembrò.
Già mi faceva male per i fatti miei, mi mancava proprio qualcuno che me ne facesse ancora di più! Accidenti a lei, era colpa sua! Mentre lo pensai ebbi un sussulto. Strinsi la mano in un pugno, questa volta mi era partito dallo stomaco.
Nel fare una smorfia di dolore che me ne provocai altrettanto. Mi sentiì tirare la pelle del viso, in alcuni punti, più che in altri.
Accidenti, questo era un dolore continuo, perchè non mi passava più? Fino a qualche minuto prima ero più o meno a posto, sarà stato per lo sforzo?
Inspirai piano, più piano che potetti.
Richiusi e riapriì gli occhi, anche se sarebbe stato più sensato parlare praticamente al singolare. Il punto che mi faceva più male del viso era l'occhio sinistro.

CRESCERE NEL CRIMINEWhere stories live. Discover now