35°capitolo - carefree like children and inconsistent like adults

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Taylor Vega (POV'S)

Ero rimasta incantata dal racconto di quella sua avventura.

«E poi? Ci sei riuscita?»
Ambra si appoggiò contro lo schienale della sedia «Con qualche inconveniente, ma, sì. Ci ero riuscita.» disse «Ma quindici giorni dopo sono stata presa. Probabilmente c'era un infiltrato nella nostra squadra.»

Chiara si alzò dalla sedia e si mise a sventolare una mano per aria.

«Umber!»

Notai la ragazza dai capelli argentati.

Chiara «Por que non ti siedi con nosotros?»
Qualcuno disse «Dovresti smettere di invitarla tutte le volte nanetta.» si trattava di Martina, da dov'era saltata fuori?
Ambra commentò «Sei sempre la solita...»
«Non llamarme nanetta!»
Umber si avvicinò al nostro tavolo «Gracías, ma no sirve.»
Chiara insisté «Ooh, dai!» poi si mise una mano davanti alla bocca ed aggiunse «Non preoccuparti di ella.»
Martina «Guarda che ti sento!»
«Oh, no me preocupa.» Umber sventolò una mano in aria «Però, no, gracías.»

Si allontanò.

Mi alzai dalla sedia dicendo alle altre che volevo prendermi un caffè alla macchinetta finché ce ne fosse stata la possibilità.
Piuttosto distratta, mi scontrai con qualcuno. Il caffè mi finì sui pantaloni mentre il resto si rovesciò sui vestiti della ragazza.

Io balbettai «O-oh, scusa! Non volevo.»

I suoi occhi furono su di me.

«Umber?»
Lei sbuffò spazientita «Haora me lo dovrai ofrire.»

‹Cavolo quanto sono stata sbadata!›
‹Questo è perchè non guardi dove vai!› -mi rimbeccò.-

Io annuiì, così alla fine ci dirigemmo assieme verso il distributore.

Io «Scusami ancora.»
Lei sospirò «No te preocupes.» mi guardò. ‹Che occhi che ha...› -mi venne da pensare in automatico.-
Volli prendere parola «S–..» «Te devo dire grazie para quella volta.» mi aveva interrotta, ma anche anticipata, perchè stavo per aprire io il discorso.
«Oh, figurati. Tu stai bene?»
«Sì, estoy bene.» poi mi domandò «Y tu?»
«Oh, sì sì. Sto bene. Ti ringrazio.»

Annuì, poi mi ringraziò ancora ed in fine se ne andò per la sua strada ed io me ne andai per la mia.

Quando tornai dalle altre ci diressimo in cortile per fumarci una sigaretta.

Percepiì lo sguardo di qualcuno su di noi. Era il ragazzo con gli occhi magnetici, Carlos.

Martina disse «Be' ragazze, ci vediamo più tardi.»
«Ma dove stai andando?»
«A farmi gli affari miei!» ‹Simpatica come al solito...› -commentai.-
«Dai, lasciami metà!» le disse riferendosi alla sigaretta.
Martina «No. Se te ne lascio metà non mi soddisfa.» continuò a negargliela.
Io dissi a Chiara «Perchè non hai chiesto a me?»
«Porque prima non mi andava.»
«Che bambina...» commentò l'altra.

Ridacchiai, aveva ragione, a volte sembrava proprio una bambina capricciosa.

«Hai bisogno di una sigaretta?»

CRESCERE NEL CRIMINEWhere stories live. Discover now