➸𝑪apitolo cinquantaquattro

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Lando Norris

"Posso sapere cosa ti ha spinto ad arrivare a questo?"

Tento un approccio più cauto, magari cercando di farla aprire spontaneamente al dialogo.

"A questo cosa?"

Non è davvero inconsapevole dell'argomento, semplicemente finge di non sapere così da risultare più innocente possibile ai miei occhi. Vuole farmi quasi sentire in colpa così che io non continui ad insistere con le mie domande mirate.

"Lo sai"

Il suo respiro non è regole come al solito, ma sembra essere frammentario. Forse ha terminato da poco di piangere, o il panico ha preso possesso della sua mente.

"Non so che dirti"

Aspetta qualche secondo di troppo per darmi questa risposta insoddisfacente, ma attenderei anche ore per riuscire ad avere una conclusione. Il mio stomaco brucia di sensi di colpa, come se fosse sicuramente colpa mia il suo stare male.

"A Londra ci dovevi essere, Hervè si è innamorato della città. Gli ho fatto fare anche un giro sul London Eye, non faceva che ridere e battere le mani"

Inizio a raccontare, sperando di aggiungere abbastanza dettagli così da riuscire a creare nella sua mente l'immagine perfetta del mio ricordo.

"Poi voleva per forza salire sul Big Ben, ma per fortuna l'abbiamo convinto a lasciar perdere. Avevo paura di spiegargli che non ci saremmo potuti andare."

"Gli sono mancata un po'?"

"Da morire, ho provato a video chiamarti un sacco di volte, ma non hai mai risposto"

"Non so nemmeno dove sia il mio telefono"

La sua ammissione ha quel retrogusto di disprezzo. Non si è nemmeno resa conto del passare dei giorni, ma è chiaro che si trovi in un momento di sconforto tale da portarla ad esternarsi dal mondo.

"Io... non so cosa passi certe volte nella mia testa. È come se sentissi tutto scapparmi via dalle mani e non riesco proprio a sopportarlo. Penso sia iniziato quando ho provato gelosia per colpa di quella ragazza, poi piano piano si è andato a complicare tutto con la situazione di Carlos e infinite l'allontanamento con te. Mi sono sentita così impotente da non riuscire nemmeno a ribellarmi, a provare a far capire il mio punto di vista. Mi sono detta che alla fine non interessava a nessuno."

Finalmente si gira verso di me e riesco a specchiarmi nei suoi occhioni rossastri. Ora la mia supposizione riguardante un suo possibile pianto diviene realtà dolorosa.

Sembra così fragile, eppure già in passato ho avuto la possibilità di vedere questo suo lato.

"Sai vero che non tutto va secondo i piani? Ti farò un esempio banale, sai quante volte ho avuto la vittoria a portata di mano? Milioni, eppure qualcosa è sempre andato storto. Certo la delusione e l'odio per me stesso sono state cose che mi hanno buttato giù, ma non per questo mi sono fermato, anzi. Ho sempre cercato di fare di tutto per andare avanti e riuscirci"

"Per te è facile dirlo"

"Non dirlo nemmeno per scherzo. Ognuno ha le proprie difficoltà, non vuol dire che se sto sempre con il sorriso non ci sto male, anzi"

Freddo subito questo suo tentativo di sviare il discorso, perché non accetto questa sua giustifica ai miei occhi ridicola.

"Io non so cosa tu voglia fare, non sono qui per importi nulla. Volevo sapere come stavi, capisco il tuo dolore e credimi che stare qui impotente mi fa stare malissimo. Ora però devo andare che tra meno di due ore devo partire."

"Lando"

Il suo sussurro appare ai miei occhi come un grido d'aiuto che proprio non riesco a ignorare.

"Mh?"

"Non è colpa tua, lo sai?"

"Diventa colpa mia nel momento in cui non provo l'impossibile per aiutarti"

Ammetto con una sincerità glaciale, quasi come se stessi vedendo la questione dal punto di vista di un estraneo.

"Non sei nella mia testa, non puoi capire"

"Voglio capire, questo è il problema"

Perché il problema rimarrà sempre che in qualsiasi universo, in qualsiasi mondo parallelo non riuscirò mai a guardarti senza sentire il cuore esplodermi nel petto. Fingerò di odiarti, di essere impassibile al tuo sguardo e al tuo tocco, ma il corpo è estraneo alle bugie e dentro di esso leggerai sempre la verità che difficilmente dirò a voce.

"Grazie per essere venuto"

Mi fa sapere quando ormai sono sulla porta, pronto ad avviarmi fuori da quest'abitazione.

Non so cosa scatta in me a quelle parole, ma qualcosa si incendia in me.

"Vieni con me"

"Cosa?"

"Da qualche parte dovrai cominciare, vieni con me. Vedilo come un weekend per me, te e Hervè"

"Non posso Lando, farei solo il morbo per tutta la settimana"

"Tu pensaci, ti mando i biglietti. Sappi però che se non verrai sarà l'ennesimo passo indietro per stare meglio"

Rika's Place
Ciao fantastici, dopo 819289292 anni sono tornata. Come state? Spero almeno voi bene visto che io tra covid e tonsillite sto morendo Ahahahah.

Spero di riuscire ad aggiornare velocemente, detto questo un bacio.
Rika🦋

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