37. Dad

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«P-Papà ti prego no...» mormorò Harry posando immediatamente il telefono e scendendo dal letto. Si sedette a terra con le ginocchia al petto. Mentre guardava terrorizzato quell'uomo. L'uomo che per anni era riuscito a procurargli solo dolore, e tuttora lo stava facendo.

Perché devo vivere in questo modo?

«Cosa hai detto?» ride un modo sinistro prima di bere un altro sorso dalla bottiglia di vetro, e spaccarla contro la scrivania di Harry.

Il ragazzo iniziò a singhiozzare stringendosi a sé stesso, ed il padre avanzò verso di lui barcollando per l'effetto dell'alcool. Gli prese un polso stringendolo violentemente e lo fece alzare, tirandolo per un braccio, quando vide che il figlio stava piangendo gli diede uno schiaffo in viso molto forte. Sembrava infuriato ma Harry non riusciva a capire il perché.

Perché se la prende sempre con me?

«Sei una vergogna per la famiglia, un frocio piagnucolone di merda come te. Fai schifo! Non sei bravo a niente e neanche porterai avanti il nome, pur di prenderlo in culo dal primo che passa. E smettila di piangere, non sei una donna.» il padre gli urlò contro con una cattiveria mai vista, e con il suo fiato che puzzava tremendamente di alcool.

«N-Non è colpa mia se mi piacciono i ra-ragazzi...» mormorò il più piccolo guardando il basso, mentre le lacrime continuavano a rigare il suo innocente volto.

Non me ne va mai una giusta, forse dovrei farla finita?

«Ah allora sarebbe colpa mia?! Come ti permetti stupido frocio?» L'uomo prese un pezzo della bottiglia rotta, con cui graffiò la pelle candida del figlio, mentre continuava a ghignare.

Il ragazzo urlò per il dolore. «B-Basta pap- anzi, non meriti di essere chiamato c-così!» urlò ancora fra le lacrime ma tutto ciò che ricevette fu un pugno e di conseguenza un naso rotto.

Seguirono calci, spinte, pugni, schiaffi e tutto ciò che poteva ferire il ragazzo, perché era quello l'obbiettivo del padre.

Il riccio cadde, sbattendo la testa contro lo spigolo di un mobile. Iniziò a vedere tutto appannato, sua madre e sua sorella entrano nella sua camera, e l'ultima cosa che ricordava era un urlo di disperazione seguito alle sirene di un ambulanza.

«Louis...» fu tutto ciò che riuscì a dire prima di vedere tutto nero.

Sono cattiva?

Forse un po', ma ci sono ancora tante sorprese (belle e brutte) per voi lettori!

Perciò vi chiedo dei commentini carini e dolci ed anche dei votini, se siete curiosi di sapere cosa succederà.

Tessa🌙

Fake » l.s.Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin