9. Party

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La mattina dopo mi sveglio prima di Pandora, così scendo in cucina, facendo uno chignon ai capelli, mentre la maggior parte finiscono sul mio viso.

Quasi mi prende un colpo, quando entro in cucina, vedendo la figura di Julian di spalle, intento a fare qualcosa.

"Buongiorno" lo saluto entrando in cucina con il telefono in mano. Sono solo le nove di un normale sabato mattina ed io avrei preferito dormire di più.

"'Giorno" mi risponde mentre io sbadiglio, sbloccando il telefono per vedere le notifiche. Tra i messaggi, vedo quello di Alvin, al quale sorrido spontaneamente. È un ragazzo con cui si può parlare e mi piacerebbe avere un buon amico come lui.

"Come mai così felice di orima mattina? Elvis ti ha scritto?" O sono io oppure quando parla di lui è come se fosse infastidito. Non posso dire molto, dato che non conosco così tanto Julian e lui è bravo a non far capire ciò che pensa o prova, da ciò che ho visto.

"Alvin. Eh sì, mi ha mandato un messaggio. Vuole sapere se dopo mi va bene andare ad una festa" ridacchia divertito da quello che ho detto ed io mi acciglio all'istante.

"Sul serio? Va bene che Pandora si è fissata di voler preparare una festa in un giorno e, per quanto sta dormendo,  non credo ci riuscirà, ma le feste di gente come lui, sono profondamente noiose. È come se giocassero a monopoli, solo che nella vita reale. Ed è normale che siano quasi sempre sobri perché bevono il loro champagne raffinato" mi sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio, non sapendo cosa rispondere.

"Anch'io faccio parte del suo mondo, non lo ricordi?"

"A meno che tu non faccia finta di essere gentile per essere, in realtà, una stronza viziata, allora non fai completamente parte del loro mondo. Sei molto più di ciò che dai a vedere, devi solo scoprirlo" sento dei brividi guardando i suoi occhi verdi, che mi scrutano seri ma allo stesso tempo rilassati dalla situazione che si è creata tra di noi. "Non è che alla fine, sarai così presa da Elvis che non vorrai più rispettare il patto?" scuoto la testa, ridendo per il fatto che ogni volta sbagli il suo nome.

"Non ti preoccupare. Un accordo è un accordo ed io lo rispetterò" gli sorrido leggermente, torturando le mie mani intrecciate tra di loro.

"Bene" si volta verso la cucina per poi domandarmi cosa volessi da mangiare.

"Non lo so, mi va bene qualsiasi cosa" ci pensa su, mentre io osservo i suoi capelli neri più scompigliati del solito.

"Perché non prepariamo dei pancake? Devo solo trovare la ricetta di mia madre in uno dei tanti libri di cucina" annuisco anche se non mi ha vista così mi affretto a dare la mia risposta affermativa.

Sono le 9.33 e Pandora sta ancora dormendo.

Julian prende gli ingredienti necessari ed io mi alzo dallo sgabello, sulla quale sono seduta, per aiutarlo.

"Questa è la prima volta che prepari dei pancake, ricordalo, lo scriveremo nella lista" annuisco,  mentre lo aiuto a preparare l'impasto.

Sento due dita poggiarsi sulla mia guancia mentre presto attenzione alla ricetta e porto istintivamente le mie sulla zona. Tra le dita noto della farina e mi volto subito verso il ragazzo al mio fianco che ghigna.

"Non dovevi farlo" mormoro, mentre prendo velocemente un po' di farina che gli spalmo in faccia. "Ora siamo pari" ridacchio vedendolo in quel modo ma lui continua.

"Smettila!" Rido, cercando di togliere la farina dal mio viso.

"Buongiorno" sbadiglia Pandora, entrando in cucina. Si siede sullo sgabello, appoggiando le braccia e la testa sull'isola.

Amica della sfortunaWhere stories live. Discover now