19. Pareti colorate

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Non so neanch'io, cos'é diventata la mia stanza. Ora regna il disordine tra colori, tele e pennelli. Mi raccomanderò personalmente con la cameriera che si occupa della mia stanza. C'é qualcosa che mi ha tenuta sveglia per tutta la notte, con l'incredibile voglia di dipingere, esattamente come quelle notti in cui mi sentivo troppo sola e sfogavo tutto sul disegno.

Non avrei mai pensato di mettermi di notte a dipingere la mia stanza. Ma ieri sera, mentre guardavo il muro, ho voluto creare qualcosa di bello su una parete ed una notte stellata con delle costellazioni e il mare come protagonista, mi é sembrata la miglior cosa.

Non mi piace dover lasciare questa stanza così semplice, come se fosse una qualsiasi camera. Voglio che sia particolare e piena di colori. La voglio piena di colori, di foto, frasi e citazioni. È una stanza grande, che io voglio rendere il più possibile particolare.

Con la musica che viene riprodotta dal mio computer, continuo a spruzzare con lo spray e a dare qualche pennellata. Non so che ore siano, quando sento delle voci nella mia stanza.

"Hannah" mi giro, trovando i miei genitori e i miei amici nella mia camera. È come se mi fossi risvegliata da un incantesimo. Mi guardo attorno, vedendo del casino creato dalla crisi di disegno che mi é venuta stanotte. Sposto lo sguardo sulle due tele che ho riempito, non sapendo neanch'io cosa volessi creare o su quella incompleta, che non trova un suo perché.

Mi sento estremamente in imbarazzo e i loro sguardi mi fanno sentire una pazza.

"Cos'é successo qui dentro? Siamo entrati con la chiave di riserva, nonostante la tua privacy, perché non ci rispondevi. I tuoi amici avevano provato a chiamarti, ma tu eri impegnata a fare altro, a quanto pare. Eravamo preoccupati ti fosse successo qualcosa" cosa potrebbe mai accadere in una stanza di un hotel..?

Guardo mio padre, che non sa se guardare il muro o me.

"Papà, mi dispiace tanto. Non so cosa mi sia preso, ma mi sono ritrovata a disegnare la parete" ammetto a disagio, abbassando lo sguardo.

Mio padre si avvicina a me, stringendomi la spalla. Credo che non mi abbracci per i miei vestiti sporchi di colore.

"Hai fatto un ottimo lavoro, volevo sin dall'inizio che sentissi tua questa stanza. Significa che stai imparando ad accettare di vivere qui e che ti trovi bene e, per me e tua madre, é la cosa più importante" guardo oltre la sua spalla e noto mia madre sorridermi. "Noi ora andiamo, a dopo" li osservo, mentre escono dalla mia stanza e sposto il mio sguardo sui miei amici. Sono a dir poco scioccati.

"Hannah è meraviglioso" risponde finalmente Pandora ed io mi giro a guardare, ancora una volta, ciò che ho creato. Le varie sfumature di colore, i contrasti tra il chiaro e lo scuro, le pennellate delicate.

"Hai passato la notte a disegnare questo?" Colton passa lo sguardo da me ai miei disegni e viceversa. Mi sento a disagio, perché é una cosa grande e volevo che venisse vista quando questa stanza sarebbe stata conclusa. Annuisco, ancora a disagio, ed inizio a sistemare un po' tutto il casino che ho combinato. Noto comunque che hanno lo zaino e che sono vestiti per andare a scuola e, quando vedo l'ora sul telefono, é ormai troppo tardi per sussultare e muovermi.

"Non dovevate venire, ora é troppo tardi per arrivare in tempo"

"Preferirei guardare questa meraviglia, piuttosto che andare a scuola" la voce di Julian mi fa sussultare ed il mio cuore accellera, vedendo come i suoi occhi verdi passano in rassegna il mio volto. Mi riscuoto, prendendo i vari pennelli ed andando verso la cucina. Ripongo tutto lì sopra e nel lavandino, decidendo di lavarli al mio ritorno, e torno a sistemare sulla scrivania e sul pavimento.

I miei amici si sono sistemati sul mio letto, continuando ad osservare ciò che ho fatto. Non so dare neanch'io una spiegazione a quei disegni, so solo che non riuscivo a dormire e vedere lì, tutto quel materiale, mi ha fatto prudere le mani dalla voglia d'impugnare un pennello e dipingere.

Amica della sfortunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora