28. Colpe

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Julian's pov

La palla da tennis rimbalza sul muro, per poi essere ripresa tra le mie mani. La casa é silenziosa, ovvio, il sabato escono tutti. Tranne io.

Pandora é chiusa nella sua stanza, esattamente come me. Non parliamo dal giorno della verità, quando io ero troppo sconvolto per aver compreso in tutta la sua totalità ciò che stava succedendo, mentre lei piangeva, perché ha perso la sua migliore amica. La pallina rimbalza ancora una volta, andando a colpire una foto sulla mensola in alto.

Mi alzo per sistemarla, notando quale ho colpito.

Ritrae me e Hannah, travestiti per la festa di Halloween. Sorridiamo entrambi e, se non sbaglio, eravamo entrambi un po' brilli. Sorrido, ricordando come é cominciato tutto, come lei mi fosse caduta addosso il primo giorno, come non volesse venire a pranzo per il semplice fatto che avesse paura. È cambiata tanto in questi mesi ed ha cambiato anche me. Mi ha fatto innamorare di lei, senza neanche rendersene conto. Mi ha colpito la sua semplicità, i suoi pensieri, il suo mondo fatto di arte e miti.

Sento del trambusto fuori la mia stanza, vedendo poi la porta essere spalancata ed entrare di tutta fretta Jack.

"Jack, cosa stai facendo?" urla Pandora, fino a quando non sento un forte dolore alla guancia e cado a terra.

"Questo é per quello che hai fatto ad Hannah" rimango spiazzato per ciò che sento, domandandomi come lui lo sappia. La mano é sulla mia guancia dolorante, mentre apro gli occhi e vedo l'espressione scioccata di mia cugina.

"Come fai a saperlo?" gli domanda cauta, avendo quasi paura della risposta.

"Ieri sera era in un bar da sola, aveva un drink davanti a sé che non aveva intenzione di bere. Lo fissava semplicemente. Me lo ha passato quando io avevo fatto il mio ordine. Era triste, lo si poteva notare da lontano. Abbiamo parlato e all'inizio non voleva dirmi nulla, poi mi ha raccontato tutto. Come hai potuto farle una cosa del genere? Accettare un patto così? La verità viene sempre a galla, non lo sai?" si volta poi verso Pandora, che ha già gli occhi lucidi. "E tu.. Non avrei mai creduto che tu potessi essere un'amica del genere. Dovevi dirglielo nell'esatto momento in cui é successo o andartene nel secondo in cui hai sentito cosa volesse Camila. Mi ha spiazzato, Pandora" si allontana, dirigendosi verso la porta. "Ho bisogno di tempo per pensare"

"No, Jack, cosa stai dicendo?" comincia a singhiozzare e mi sento male per lei, perché so cosa si prova. Il suo dolore é doppio, però, dato che ha perso sia la sua migliore amica che il suo ragazzo.

"Hai tradito la tua migliore amica, eri a conoscenza del patto da mesi. Non sono sicuro di potermi fidare di te. Non sono sicuro per la nostra storia" e va via, lasciando Pandora a piangere, che si accascia al suolo impotente.

Mi avvicino a lei, volendole dare un po' di conforto, ma mi allontana subito.

"Stammi lontano, Julian. Voglio stare sola" scappa via, entrando nella sua stanza e sbattendo la porta.

Passa mezz'ora, mentre non faccio altro che sentire le sue urla e i suoi pianti. Piano piano si calma, fino a quando non sento più nulla.

Mi alzo dal mio letto, sentendo la guancia bruciare un po', per poi dirigermi verso la sua stanza. Busso, non sentendo alcuna risposta, entrando lo stesso. La trovo a gambe incrociate sul suo letto, gli occhi fissi in un punto, il corpo immobile. Nulla a che vedere con la ragazza che m'insulta la maggior parte del suo tempo, che quasi rischia di lanciarmi le sue scarpe quando varco la soglia della sua stanza.

Mi muovo cautamente, sedendomi poi sul bordo del letto, prendendole una mano.

"Mi dispiace Pand" respira profondamente, spostando il suo sguardo su di me. Gli occhi azzurri sono limpidi, ma velati di tristezza.

Amica della sfortunaWhere stories live. Discover now