30. Ballo, maschere e diploma

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La sessione degli esami é finalmente terminata. Dopo aver passato diversi giorni a studiare, andare a scuola la mattina e cercare di evitare gli altri, posso dire di ritenermi soddisfatta del risultato di ogni cosa.

Gli esami si sono svolti nell'auditorium della scuola ed io ero sempre una delle prime ad arrivare, per avere il posto dietro e poter sgattaiolare via dalla porta sul retro, tramite la biblioteca. Jack é stato impegnato come me, a volte ci siamo ritrovati a studiare insieme, dato che non capiva delle cose di alcune materie.

Il ballo di fine anno é stasera ed io sono intenta ad osservare il vestito che ho comprato per l'occasione.

Nero, con il corpetto ricoperto di pizzo, mentre la gonna é più morbida ma che aderisce leggermente alle gambe. La parte superiore non lascia la pelle scoperta, tutta piena di ricami di pizzo nero. I tacchi sono a tinta unita con il vestito e c'é l'aggiunta di una maschera nera dello stesso materiale dell'abito.

Il cellulare mi squilla ed io distolgo lo sguardo, accettando la chiamata.

"So che ci stai ripensando" esordisce la voce di Jack ed io sospiro piano, portando una mano alla fronte.

"Non è vero"

"È così, non negarlo. Pensala come ad un modo meraviglioso di chiudere l'anno"

"Tu lo chiuderai in modo meraviglioso, non io"

"Non essere negativa! Spera piuttosto che Pandora riuscirà a perdonarmi e non mi picchierà davanti a tutti. E smettila di fissare il tuo abito. Sarai bellissima, lo so"

"E tu smettila di sapere qualsiasi cosa io stia facendo. Da quando all'improvviso sei diventato così intelligente? E non puoi sapere come sarò, quindi finiscila di dire cavolate"

"Hannah, sei già bella normalmente quando non t'impegni nemmeno di apparire decente, figuriamoci per un ballo" sorrido alle sue parole, ringraziandolo per il suo conforto "Perché non ti distrai un po'? Che ne so, prova a disegnare qualcosa"

Sbuffo pesantemente, stendendomi sul letto e guardando il soffitto della mia stanza.

"Sai che non ci riesco più. È come se avessi un blocco. Qualsiasi cosa io disegni mi sembra bruttissima. Fisso la tela e non mi viene in mente nulla"

"Questo é perché sei così occupata a mettere in ordine la tua vita dopo ciò che è successo, che non riesci ad esprimere a pieno te stessa. Me l'hai detto tu una volta che l'arte é una delle poche cose che non si riescono a controllare" rimango in silenzio, consapevole delle sue parole, non sapendo minimamente come replicare.

"Okay, ora chiudo. Mi stai spaventando con la tua saggezza" lui ridacchia dall'altra parte, ricordandomi ancora una volta l'orario in cui verrà a prendermi.
Poso il telefono sul letto, sospirando leggermente e decidendo di andare nella mia piccola cucina e prepararmi qualcosa.

Nel frigo trovo alcune fragole con il latte, così decido di farmi un bel frullato fresco, sperando che mi aiuti a chiarirmi le idee. Dopo averlo preparato, porto con me il bicchiere fino alla cabina armadio, decidendo di usufruire della palestra dell'hotel per distrarmi.

***

Non c'é cosa migliore che distrarsi facendo sport e ascoltando musica. Non avevo mai messo piede in una palestra fino a quando, un mese fa, Jack non mi ha quasi portata di peso a quella dell'hotel. Il tapis roulant l'ho amato sin dal primo momento in cui l'ho usato.

Manca un'ora e mezza all'arrivo di Jack così decido di iniziare a muovermi. L'acqua fredda colpisce il mio corpo e cerco di stare attenta a non far bagnare i pochi capelli sfuggiti dalla cuffia. Mi risciacquo velocemente, uscendo poi dalla doccia ed avvolgendomi con l'accapatoio. Quando esco fuori dalla stanza, riguardo l'orario, accorgendomi che probabilmente ora i primi ragazzi staranno raggiungendo il ballo. Mi riscuoto dai miei pensieri, osservando l'abito sul mio letto, che mi sfida ad indossarlo. Un vestito audace, preso in seguito ad una botta di coraggio, per dimostrare che io posso essere di più di un viso da bambina, che si é perso molto.

Amica della sfortunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora