Capitolo 1

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Dopo il disastro di Natale, ero certa che Anthony avrebbe abbandonato l'idea di dirigere un'azienda.

Invece non fu così.

Pensavo che per lui non potesse andare peggio, mentre io l'avrei probabilmente lasciato con una scusa, dato il dissesto economico.

Mi sbagliavo ancora.

Anthony non si era dato per vinto e aveva assunto un nuovo manager, visto che Paul non era esattamente un tipo abile.

Quello che non avrei mai immaginato era che quel manager fosse proprio Gabe.

Di lui non avevo più avuto notizie da quattro anni. Era sparito improvvisamente: qualcuno diceva che fosse andato in Svizzera per fare esperienze lavorative, qualcun altro pensava che fosse andato in Italia o nella Costa Azzurra per fare esperienze di altro tipo.

Non che non fosse credibile, visto che aveva la fama dello stronzo sciupafemmine, ma io sentivo che la parte intellettuale di lui aveva preso il sopravvento. Perciò ero così sicura che fosse andato in Svizzera.

- Sono Gabriel e vengo direttamente dalla Svizzera, piacere. - si presentò ad Anthony, con fare energico e frizzante.

Metà delle impiegate erano già ai suoi piedi.

- Esattamente da quale città provieni? - domandò Anthony.

- Locarno. Ho dei vecchi amici di famiglia che vivono là e ho pensato di salutarli.

In molti alzarono un sopracciglio.

Io rimasi immobile. Ero curiosa di sapere che diavolo avesse combinato in quattro anni.

- Come ti è andata con il lavoro? - chiese ancora Anthony.

- Ho fatto esperienza nella società di questi miei amici. Mi hanno arruolato come diplomatico e quando ho deciso di tornare in America i nostri nemici erano tutti contenti. Un po' mi è dispiaciuto: erano dei gran bastardi.

A quelle parole tutta la sala riunioni scoppiò a ridere. Aveva conquistato anche gli uomini.

La mia risata era l'eco di quelle altrui. Non aveva colore, non aveva carattere. Era semplicemente un mezzo per non saltare all'occhio come quella che non rideva.

Mi avrebbero chiesto perché. E io non sapevo se avrei potuto mentire. La sua improvvisa apparizione non mi aveva dato tempo di compormi e avevo solo bisogno di stare sola, seppellire i ricordi e farmi forza per fare finta che fosse uno splendido sconosciuto saltato fuori dalla Svizzera.

Io però lo conoscevo. Conoscevo lui meglio di Anthony, probabilmente.

La cosa più intelligente che potessi fare, quel giorno, era sorridere un poco, conformarmi alla massa e non incontrare lo sguardo di nessuno. Ero sicura che dal mio sguardo, dai miei occhi grandi che Gabe un tempo lodava, si potesse capire molto di più di quanto volessi.

Non guardai Anthony negli occhi neanche per un secondo quella mattina.

All'ora di pranzo dissi a tutti che avevo appuntamento con la mia amica Sarah e mi congedai, ma non feci in tempo ad evitare gli occhi di Gabe.

Mi aveva vista, mi aveva riconosciuta.

Saggiamente, si era trattenuto dal riservarmi un saluto speciale.

Non so come avrei reagito.

Con il volto mascherato da mille emozioni e pensieri contrastanti, lasciai la sala riunioni dove l'aria mi era mancata per così tanto tempo e uscii, sentendomi addosso due occhi penetranti.

***

Non avevo davvero un appuntamento con Sarah, ma pensai di chiamarla per sapere se fosse disponibile a pranzare con me.

Non lo era.

Dovetti prendere un taxi e andare a pranzare da sola il più lontano possibile dalla zona dell'azienda di Anthony.

Entrai in un piccolo ristorante francese e ordinai un piatto a base di verdure dal nome talmente strano e contorto che non mi sforzai nemmeno di pronunciarlo.

Non finii il vino che avevo nel bicchiere né il cibo che avevo sul piatto, troppo in subbuglio per via di Gabe.

Non avrei dovuto permettergli di farmi quell'effetto, ma potevo evitare?

Pagai il conto e mi affrettai ad uscire, sotto lo sguardo stranito del proprietario.

Una passeggiata mi avrebbe fatto bene... O forse un po' di yoga.

Arrivata a casa, indossai invece la tuta per correre. Avevo bisogno di molto di più in realtà.

Senza fermarmi un secondo, corsi per più di mezz'ora, a ritmo sostenuto. Cowell sarebbe stato fiero della mia resistenza.

Il mio personal trainer, pero', in quel momento mi avrebbe solo alzato i nervi e io non avevo intenzione di peggiorare le cose, perciò continuai a correre dopo un breve tratto di camminata.

Gabe era tornato e dovevo prenderne atto.

Era necessario stabilire subito la linea d'azione da prendere.

Niente sguardi intensi, profondi, penetranti o cazzate varie.

Niente momenti intimi o soli io e lui.

Niente allusioni al passato o tentativi di approccio a ciò che c'era stato.

Dovevamo immaginare una tabula rasa su cui cominciare da capo, come se non ci fosse stato niente prima.

Nessuno doveva sapere; sarebbe stato meglio se neanche noi avessimo saputo.

E soprattutto nessun gioco stavolta.

__________

ANGURIA!

Mia madre è stata un'ora e mezza in giro a cercare un cestello per i panni.

Ylenia ha intelligentemente suggerito che fosse andata direttamente al centro di produzione (Cina), ma non ho ancora verificato.

#ildisagioquotidiano

#staytunedforthenextchapter

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Ve se ama 💛💛

Into You (Cameron Dallas)Where stories live. Discover now