Capitolo 32

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Uscire di mattina presto a febbraio non era un grande idea, ma conoscere Carol era importante. Sentivo che lei avrebbe potuto risolvere molti dei miei dubbi.

Carol era una donna non diversamente definibile da nobile: alta, snella, pelle perfetta, lineamenti dolci, capelli biondo chiaro splendidamente curati, trucco perfetto e abiti su misura.

La giacca bianca a strisce nere verticali si adattava perfettamente al suo busto e la gonna nera aderente al punto giusto sottolineava la linea perfetta. 

Aveva uno sguardo leggermente altezzoso, ma il lieve sorriso sulle labbra smorzava la durezza quando bastava per farla apparire assolutamente perfetta.

- È un piacere conoscerti, finalmente, Jess. - si avvicinò ampliando il sorriso.

La voce era esattamente come l'avevo immaginata: cortese e gentile, con un retrogusto cattivo discutibilmente percepibile.

Della serie: "se fai come voglio io andiamo d'accordo, altrimenti ti disintegro".

Nonostante torreggiasse su di me grazie all'altezza naturale e ai tacchi che indossava, cercai di non sentirmi intimidita.

Ero una modella di successo, dopotutto. Non dovevo invidiarle proprio niente.

- Anche per me. Immagino che in un certo senso già mi conosci, perciò... Perché non iniziare a parlare di te? - rilanciai un sorriso che cercava di essere uguale al suo.

- Io sono quello che Gabriel definirebbe il suo "incubo". Continua a ripetere che dopo la morte di Christopher non gli dò pace. - fece una risatina.

- Cioè? Spiegati. - continuai a sorridere nello stesso modo.

- Vieni, possiamo parlarne comodamente al calduccio. Ti va un caffé? - mi affiancò e si diresse lentamente verso la stradina che collegava il retro della palestra ad una strada più ampia e trafficata.

Attraversammo le strisce pedonali ed entrammo in un bar dall'insegna azzurra scritta con eleganza.

Gli interni erano sui toni del turchese, con tavolini bianchi e divanetti azzurri. Oltre il bancone turchese con ripiano bianco, la parete beige illustrava file di bottiglie con cui venivano preparati tantissimi cocktail.

Sul bancone vidi un mini-assortimento di pasticceria, con biscotti, fette di torta e cornetti dei gusti più vari.

Ordinammo caffé e biscotti, ma lasciai che fosse lei a mangiarli per la maggior parte, tenendo per me soltanto una crostatina ai mirtilli.

- Quindi... Tu ti occupi di terrorizzare Gabe? - dissi, cercando di impostare il discorso su quello che avevo scoperto di lei.

- Oh, non la metterei così. Semplicemente, Gabe ha cercato di fare il furbo in famiglia e io mi voglio solo assicurare che non prenda in giro anche te. È stato molto scorretto, questo sì. - spiegò.

- So che ha preso per sé il patrimonio di famiglia. - tentai di indurla ad andare avanti.

Annuì, rigirando il cucchiaio nella tazzina da caffé.

- Passava talmente tanto tempo con Christopher che risultava addirittura ovvio il destinatario della sua fortuna, al termine della malattia. Mio marito Francis ci è rimasto un po' male, se vuoi saperlo, perché suo padre era il figlio maggiore di Christopher e tutta la fortuna è andata comunque a Gabriel. Persino peggio della morte dei figli di Christopher. - sospirò.

Carol era la moglie del cugino di Gabe, dunque. 

Capivo perché la questione le stava a cuore: Gabe l'aveva privata di un patrimonio da capogiro.

Into You (Cameron Dallas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora