Anthony aveva imparato, osservando la mia dieta, che per mangiare dei dolci in casa era costretto a farli da sé. Ignoravo sempre quelle schifezze tipo bustine di zucchero o lievito, preparati per torte e confezioni di panna o crema chantilly.
La fantasia di Gabe lo portò a radunare farina di grano saraceno, uova, zucchero e burro in fondo al ripiano della cucina. Trovò una scodella e mischiò gli ingredienti, poi prese una padella, accese il fuoco e ci versò dell'impasto.
Non so come, ma riuscì a gestire sia la pasta sia le frittelle. Io avrei bruciato qualcosa senza dubbio.
- Ma... Le frittelle non si fanno per colazione? - domandai, perplessa.
- Non penso che abbiamo molte alternative per dessert. La tua cucina è tristemente povera di ingredienti per dolci. - si lamentò lui.
- Sai che non le mangerò, vero?
Saltò una frittella, poi mescolò la pasta.
Io tolsi la carne dalla griglia e successivamente le carote.
Impiattai il cibo e lo misi in tavola.
- Vorresti rifiutare le mie frittelle improvvisate? Mi offenderesti nel profondo. - rispose infine, mostrandomi quattro o cinque frittelle impilate l'una sull'altra.
Pensai all'inflessibilità di Cowell.
Non potevo, non potevo, non potevo.
- Buon appetito. - gli dissi, mangiando il primo boccone di pollo alla griglia.
- Niente pane? - domandò.
Alzai le spalle. - Io non ne mangio, ma Anthony lo compra. Dovrebbe essercene un po' là sopra.
Indicai l'armadietto superiore vicino al frigorifero.
Gabe prese il pane e lo mise in tavola.
Vide una bottiglia di vino rosso sul ripiano della cucina e ne versò un bicchiere a ciascuno.
- Allora, - esordii, mentre lui si versava la pasta sul piatto per poi occuparsi dell'ultima frittella - cos'hai fatto in questi quattro lunghi anni?
- Lunghi eh? La mia assenza è stata molto sentita, vedo. - ridacchiò.
- No, lunghi perché possono succedere tante cose. È un periodo di tempo non proprio breve. - lo corressi.
Lui condì la pasta con un po' di olio e la assaggiò.
- È deliziosa, dovresti provarla. - disse con convinzione.
Feci un'espressione piatta.
- Okay, ho lavorato. Non so che altra risposta darti. Ho fatto di tutto per acquisire esperienza e darmi un futuro. Penso che sia quello che fanno tutti, no?
- Non tutti partono all'improvviso senza dire se o quando torneranno, per poi sbucare dal nulla quattro anni dopo. Non lo fanno tutti, non dire cazzate Gabe. - replicai.
Il silenzio che seguì le mie parole confermò il mio sospetto: io ero una delle ragioni della sua improvvisa partenza.
- Volevi dimenticarmi? Non ti piaceva come stavano andando le cose? - chiesi, improvvisamente trovando coraggio.
- In parte penso che sia stato quello. Avevo una paura terribile di affezionarmi troppo a te e che magari mi presentassi ai tuoi genitori. Che cosa avresti potuto dire allora se non "ecco a voi il mio ragazzo"?
- Non c'è niente di male ad essere fidanzati. - osservai.
Sospirò e mangiò dell'altra pasta.
ESTÁS LEYENDO
Into You (Cameron Dallas)
Chick-LitJess ha una stabile relazione con Anthony, ricco imprenditore che le garantisce una vita lussuosa e agiata. Quando l'azienda di Anthony entra in crisi si presenta un giovane manager di talento, Gabe, protagonista delle notti di fuoco della Jess lice...