Capitolo 28

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Martedì mattina mi alzai dal letto non appena il rumore della porta chiusa giunse alle mie orecchie.

Anthony era andato al lavoro.

Indossai un completo sportivo interamente sul nero, con minuscoli dettagli grigio melange, e legai i capelli in modo che non mi dessero fastidio.

Allacciai le scarpe e andai in cucina per mangiare con calma.

Aprii Twitter e diedi un'occhiata distratta alla Home. Oh, un altro attacco terroristico in Francia. Fantastico. Come partire con allegria.

Bloccai lo schermo e lanciai il telefono sul divano.

Restai a sorseggiare il caffé guardando la finestra, oltre la quale si vedeva la coltre spessa di nuvole che sovrastava la città, in attesa di Cowell.

Dovevo sapere la verità sul bambino di Sarah. Dovevo sapere se Gabe mi aveva mentito ancora, se lei si stava rivelando una troia vera e propria o una povera malcapitata in mezzo al casino della mia vita.

Un paio d'ore di esercizio fisico intenso era proprio quello di cui avevo bisogno per staccare del tutto e dimenticare i sensi di colpa.

Ero stanca di sentirmi così male.

A volte mi sembrava di essere una fragile piramide di carta, cui bastava un soffio leggerissimo di vento per crollare.

Mi presi la testa fra le mani e mi chiesi se tutte le persone fossero in continuo stress, domandandosi quali delle loro scelte fossero state tremendamente sbagliate.

Mi chiesi se gli adolescenti sapessero quanto facesse schifo diventare adulti. Se conoscessero il prezzo dell'indipendenza che tanto sognavano.

Avrei fatto di tutto per tornare a rivivere la spensieratezza che mi si addiceva anni fa, tra amicizie più o meno sbagliate e amori vissuti alla giornata. Senza rimorsi, senza rimpianti. C'erano i genitori a risolvere la situazione in un qualche modo, sempre.

Mi chiesi che cosa avessi fatto di male a mia madre, che mi chiamava solo per augurarmi buon compleanno e buon Natale. Non ricordavo se mi avesse mai chiesto, nei tre o quattro anni precedenti, come stavo. Non ricordavo che avessimo più tenuto una conversazione sostanziale da quando ero minorenne.

Ero una modella con una manager che lavorava a tempo pieno per la mia immagine e lavorava bene, dato che sarei apparsa finalmente anche su People, ed ero fidanzata da due anni, nonostante ci fosse molto da discutere su tale relazione. E avevo solo ventidue anni.

Non mi sembrava di essere un completo fallimento come figlia.

Avevo liquidato troppe volte la questione con un "vaffanculo" mentale. La verità era che ci soffrivo.

Perché mia madre non richiamava mai? Perché non diceva mai di essere orgogliosa di me? Perché non mi diceva che cosa non approvava di me?

In una decina di giorni saremmo stati alla festa di compleanno della madre di Anthony, che avrebbe organizzato una sorta di galà, per l'idea che aveva lei di festa di compleanno. Perché mia madre si ostinava a restare in ombra?

Non eravamo mai state troppo legate, ma da ragazzina ricordavo che qualche volta chiacchieravamo normalmente e ridevamo insieme. Ricordavo che qualche volta mi ripeteva di volermi bene. Ricordavo persino qualche abbraccio.

Suonò il campanello e sobbalzai.

Mi accorsi di avere una guancia umida e l'asciugai in fretta, prima di aprire la porta.

- Ciao Jess. Come stai? Ti sono mancato? - scherzò Cowell.

Non ero in vena di ridere.

- Tutto okay. Andiamo?

Lo vidi sorpreso dalla mia reazione, ma non commentò.

Iniziammo a passo lento e quando potenziammo il ritmo, notò che non mi ero allenata per niente durante la settimana precedente.

Mi lanciò delle occhiatacce ai segni di cedimento che iniziavo a mostrare.

Intraprendemmo un percorso asfaltato in mezzo ad un boschetto, situato nella parte più esterna di Miami.

Non c'era nessuno. In parte perché era presto, in parte perché era un po' fuori mano e solo i pazzi come noi correvano per chilometri per arrivarci.

Mi fermai e mi sedetti per terra, incrociando le gambe.

Da una crepa strappai un filo d'erba e me lo rigirai tra le dita.

Pensai di stare impazzendo.

Cowell si voltò verso di me, stranito, e mi si avvicinò.

- Jess?

- Mmh?

- Perché ti sei fermata?

Le mie labbra rimasero ostinatamente serrate e io non trovavo il modo di aprirle. Ero bloccata da qualche parte fra il cuore e il cervello, al buio.

- Riformulo: cosa ti succede? Sono il tuo personal trainer da anni, posso ascoltarti se hai bisogno. Cioè, puoi fidarti. - si sedette accanto a me, a gambe incrociate anche lui.

Aprii la bocca e ne uscì un sospiro decisamente liberatorio.

Delicatamente, mi coricai e appoggiai la testa sull'asfalto.

Guardai il cielo e pensai che a breve avrebbe iniziato a piovere. Forse non era la giornata migliore per fare esercizi all'aperto.

- Sai...

- Sì? - si coricò con me.

Voltai il viso verso di lui.

- Ho l'impressione di essere bloccata in mezzo ad una tonnellata di menzogne. Sento che tutti mi stanno mentendo.

Aggrottò le sopracciglia, senza collegare.

Non mi serviva che collegasse le cose, mi bastava che ascoltasse. 

Se avessi iniziato a parlare da sola, sarebbe stato peggio, perché mi sarei concentrata sul fatto che stavo impazzendo piuttosto che su altre cose importanti.

E se Gabe avesse detto la verità sui suoi sentimenti per me? Mi veniva difficile dubitarne. Eppure era sospetto come la spiegazione di Anthony combaciasse con il suo comportamento.

E se Anthony stesse mentendo su di lui per avvicinarmi a sé? Le informazioni che mi aveva dato erano molto credibili, pero'. E dubitavo che fra tutte le cose che aveva detto, non ce ne fosse nemmeno una vera.

E poi rimaneva Sarah, con il bambino dal padre incerto.

Cowell sostenne il mio sguardo senza difficoltà, probabilmente chiedendosi quanto tempo stesse perdendo lì coricato sull'asfalto freddo. Sarà giunto in fretta alla conclusione che lo pagavo per ogni minuto che passava con me, perciò non avrebbe potuto fare altrimenti.

- E sai una cosa? Sono tutti fottutamente bravi.

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WOULD HE HOLD YOU WHEN YOU FEEL IN LOVE?

Avevo iniziato a scrivere un capitolo che doveva venire per forza dopo questo, perciò ho salvato la bozza e ho scritto l'intermedio. Questo significa che ho già un pezzo pronto e aggiornerò presto 😌

La cosa divertente dei vostri commenti è trovare chi ha capito molte cose e non poter fare complimenti per l'intuito 😂😂
Okay forse non è tanto divertente 😂

E poi c'è qualcuno che riesce quasi a convincermi a cambiare le cose!

Grazie per tutto il sostegno aw 😻

Love e tanti baci 💖💖

Into You (Cameron Dallas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora