Capitolo 18

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Era venerdì e io ero all'aeroporto di Miami con Anthony e Gabe.

Il primo mi baciò teneramente e poi ci salutò, il secondo abbandonò lo stato di noia ed irritazione ed iniziò a sorridere.

- Un weekend insieme, eh? - ammiccò, mentre ci imbarcavamo.

- Un weekend insieme. - deglutii.

Non che mi dispiacesse la sua compagnia, solo... Non sapevo come comportarmi esattamente.

Una volta preso posto sull'aereo, cercai subito di dormire.

Era tardo pomeriggio e di solito non dormivo, ma non vedevo in quale altro modo evitare una conversazione con Gabe.

Evitare forse non era il termine più appropriato, riflettei. Stavo scongiurando quella conversazione, come quando tiri continuamente giù la gonna che continua ad alzarsi mentre cammini.

Era fastidioso.

La mia mancanza di sonno mi costrinse a tenere gli occhi aperti, anche perché non volevo rovinare il trucco che avevo faticosamente applicato, sfumando tre ombretti insieme.

Pressai le labbra in dentro per rimarcare il Velvet Teddy e le spinsi di nuovo in fuori, alla posizione normale.

- Perché lo fai? - domandò Gabe, alla mia sinistra

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- Perché lo fai? - domandò Gabe, alla mia sinistra.

- Che cosa?

- Quella cosa con le labbra. Voi donne lo fate spesso. Perché?

Lo guardai come si guarda uno che chiede perché le donne mettono il reggiseno.

Perché aiuta il seno ad assumere una forma migliore, no?

Come glielo dovevo spiegare?

- Diciamo che uniforma la stesura del rossetto. Non so bene come spiegartelo... - ridacchiai.

- Ah... Pensavo fosse qualche mossa segreta di seduzione o qualcosa del genere. - scherzò.

Risi.

Che fantasia che avevano gli uomini.

Come se mettere un po' di mascara in più fosse sempre finalizzato a quello scopo. Come se mettere un bel vestito fosse una mossa in quella direzione, sempre.

Io ero fermamente convinta che una donna doveva saper soddisfare la propria autostima senza per forza dover ricorrere ai complimenti degli uomini.

Tenevo alla mia bellezza per me stessa, non per gli altri. Non era di certo per Anthony che facevo la ceretta ogni tre settimane e andavo dal parrucchiere ogni volta che mi pareva.

Non era di certo per Gabe che avevo sfumato tre ombretti insieme quella mattina e avevo ritoccato ripetutamente il contrasto fra terra e blush.

Voltai lo sguardo verso destra. Il vecchio aveva la testa ciondolante e per poco non gli usciva la bava.

Into You (Cameron Dallas)Where stories live. Discover now