Capitolo 14

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Quando mi svegliai martedì mattina, Anthony era ancora in casa.

Notai subito la ventiquattrore ancora il camera.

Che ore potevano essere?

Decisi che non importava, tanto ero già sveglia e non avrei più ripreso sonno.

Andai in bagno ad assumere un aspetto decente e indossai tuta e maglione caldo, poi scesi in cucina.

Anthony era ai fornelli.

La luce mattutina inondava la cucina dandole un'aria più accogliente, più calda in un certo senso. Ero felice che fosse una giornata soleggiata.

- Buongiorno. - dissi, sbadigliando.

Si voltò, stranito.

- Buongiorno, già sveglia?

Annuii e mi avvicinai.

- Sto facendo le frittelle. Ne vuoi?

Ricordai le frittelle di Gabe.

Ricordai come avevo sentito il loro sapore da lui. Letteralmente.

In quel momento pensai anche che era stato un grosso sbaglio cedere.

L'innocenza di Anthony mi faceva sentire terribilmente in colpa.

- Qualcuna...

Nella mia testa potevo sentire Cowell strapparsi i capelli.

- Non metterai su qualche grammo? - ridacchiò Anthony.

- Ah-ah divertente. Ora dammi le mie frittelle, uomo.

Ero convinta che a breve mi sarebbero arrivate le mestruazioni. In genere facevo meno fatica a resistere a quello che mangiava Anthony.

- Agli ordini, signora.

La parola "signora" mi fece riflettere.

Le donne sposate venivano chiamate così. Le fidanzate erano ancora signorine, no?

Probabilmente l'aveva detto senza neanche pensarci, preso dallo scherzo.

Mi facevo decisamente troppi ricami mentali.

Dovevo finirla, venivano fuori abiti cuciti male.

- Vuoi un caffé? - mi domandò Anthony.

- No, mi alzerebbe i nervi. - sbuffai.

- Camomilla?

- Direi di sì. - mi sforzai di sorridere.

Facemmo colazione insieme e feci tesoro del momento: eravamo entrambi calmi e dolci.

Anthony era il tipo da matrimonio, pensai distrattamente.

Era il tipo che non si lamentava di dover preparare la colazione, di aiutarti in qualcosa, di tirarti su di morale se ne avevi bisogno.

Forse non faceva venire il batticuore ogni volta che lo vedevi, ma sapeva farsi apprezzare... Se lo volevi.

E non potevo dire che a letto non fosse bravo.

Ero sicura che sarebbe stato un buon padre per dei figli. Avrebbe insegnato loro ad andare in bicicletta, a nuotare, a costruire castelli di carte.

Immaginai quanto gli avrebbero voluto bene.

Pero' saltava fuori il dilemma Gabe.

Non riuscivo ancora a capire fino a che punto arrivasse la mia attrazione per lui.

Era solo attrazione?

Non che non potessi immaginare Gabe come padre di famiglia, ce lo vedevo benissimo ed ero sicura che qualunque bambino sarebbe stato fiero di averlo come genitore.

Into You (Cameron Dallas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora