Epilogo

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SETTEMBRE 2016

Camminavo sul porticato della villetta dove io e Gabe avevamo deciso di stare per l'estate, in un paese vicino a Roma chiamato Termoli. L'edificio era rosso mattone, a due piani, molto elegante all'interno e un po' più rustico all'esterno, con tante luci fuori ad illuminare il giardino e la piscina.

 L'edificio era rosso mattone, a due piani, molto elegante all'interno e un po' più rustico all'esterno, con tante luci fuori ad illuminare il giardino e la piscina

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La mia pelle era abbronzata, ma non si notava molto in quella notte con uno spicchio sottile di luna.

Mi sedetti sul bordo della piscina e immersi i piedi nudi in acqua, le braccia tese ai lati per fare sostegno.

Non mi ero ancora abituata a quel pancione, né all'idea che sarei stata presto madre. I dottori dicevano che sarebbe potuta essere questione di giorni come di settimane prima che il bambino nascesse e ringraziai che Gabe fosse sempre pronto ad accompagnarmi per fare da tramite, dato che capiva l'italiano, nonostante avesse qualche difficoltà in più a parlarlo.

Mi tirai su con un po' di fatica e infilai le ciabatte ai piedi, poi raggiunsi uno sdraio lì vicino a li asciugai.

Quando mi rialzai, una fitta acuta di dolore mi travolse e mi fece piegare in due, constringendomi a sedermi di nuovo.

Erano sempre più frequenti ormai.

Dopo un po' il dolore si attenuò e riuscii a tornare in casa.

Gabe era seduto sul tavolo bianco di fronte al salotto, con il portatile davanti e gli occhiali da vista per non sforzarsi troppo.

Mi sedetti sul divano rosso e guardai il numero di luglio di Vogue Italia, sulla cui copertina c'era la mia immagine che mostrava il pancione.

In mezzo alla rivista si vedeva ancora il foglio che avevo messo per leggere la traduzione dell'articolo.

La mia manager svizzera fortunatamente parlava sei lingue, per cui era facile lavorare con lei, anche se avevo l'impressione che pretendesse un po' troppo da me.

Nonostante la gravidanza, secondo lei potevo continuare a lavorare normalmente, fare casting vari e servizi pubblicitari. A non condividere l'idea era tutto il mondo tranne Vogue Italia e un paio di altre riviste italiane che mi avevano fatto due scatti e qualche domanda.

La ricerca per un personal trainer degno di Cowell procedeva ossessivamente dopo il licenziamento della settimana precedente di una donna che si era rivelata incompetente. Dopo il parto sarebbe stato assolutamente necessario trovare qualcuno, in modo che io potessi tornare al fisico di prima e continuare con il mio lavoro.

- Tutto bene, Jess? - mi chiese Gabe.

Mi voltai per guardarlo e sorrisi.

- Adesso sì, prima ho avuto un'altra fitta. 

- Vuoi una fetta di torta? Qualche biscotto? Un té? Una borsa d'acqua calda?

- Sto bene. - ridacchiai.

Into You (Cameron Dallas)Where stories live. Discover now