Capitolo 24

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Venni a sapere che l'aereo su cui avremmo dovuto viaggiare aveva avuto dei problemi con il motore e non era sicuro volare a bordo.

Il volo successivo per Miami era alle tre del mattino, cioè sei ore dopo, e quello seguente alle otto e venti.

- Conviene tornare all'hotel e sperare di poter avere una camera per la notte. - suggerì Gabe.

Annuii, perché l'alternativa era passare la notte in aeroporto.

Uscimmo all'aria fredda della notte invernale e aspettammo un taxi.

Rabbrividii ad una folata di vento particolarmente forte.

Avevo le braccia schiacciate contro i fianchi, le gambe rigide e la mascella serrata. E avevo freddo.

Il cappottino bianco che indossavo non era abbastanza pesante.

Respiravo lentamente, sentendo il torace dilatarsi e restringersi ad ogni boccata d'aria.

Gabe mi attirò tra le sue braccia e io schiacciai la guancia contro il suo petto.

Mi sentivo un po' meglio, ma non volevo dargli l'impressione sbagliata.

Dopo un po' mi staccai e sussurrai un "grazie".

Arrivò finalmente un taxi.

L'hotel dove eravamo stati la notte precedente disse di non poterci preparare una camera senza preavviso e noi cambiammo destinazione.

Trovammo una camera disponibile due isolati più a nord.

Frustrata perché avevano solo una misera coperta di pile, misi una maglia nera aderente a maniche lunghe e un maglione viola sopra.

- Vieni qui. - sussurrò Gabe, aprendo le braccia.

Io mi sistemai contro il suo petto e lasciai che mi stringesse e mi scaldasse.

- Gabe...

- Mmh?

- Perché hai aspettato quattro anni per tornare indietro?

Rimase in silenzio per alcuni secondi, elaborando una risposta che mi potesse soddisfare.

Quante parti stava tagliando della verità?

Sospirò.

- Mettiamola così: ho avuto dei conflitti familiari. - confessò.

Avevo la sensazione che non fosse così semplice la spiegazione sincera, ma in quel momento decisi di accontentarmi.

Gli avrei chiesto più avanti di spiegarsi meglio.

- Va bene. - dissi soltanto.

In quel momento mi ricordai che Anthony non sapeva ancora del volo cancellato.

Imprecai mentalmente, perché non avevo assolutamente voglia di muovermi dalle braccia di Gabe.

- Scusami un attimo. - mormorai, tirandomi su.

- Cosa stai facendo? - domandò lui, lanciando un'occhiata al telefono che tenevo in mano.

Strizzò gli occhi perché la luce bianca dello schermo era strana nel buio della camera.

- Chiami il fidanzatino e lo avverti che passerai la notte tra le braccia del suo manager? - sbuffò, con scherno.

- Che fai, sfotti?

Gabe sorrise.

- Non cresci mai. - scossi la testa.

Chiamai Anthony, con la consapevolezza che mi avrebbe risposto subito dato che non ero ancora tornata.

Into You (Cameron Dallas)Where stories live. Discover now