Capitolo 31

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La porta di casa subiva colpetti ripetuti dalla mano di Gabe da quasi dieci minuti.

Prima di aprirgli, avevo bisogno di una risposta da parte di Carol. Volevo dei chiarimenti.

Domani alle sette del mattino sarò dietro la palestra dove vai a fare zumba.
Sii puntuale, Jess.

Un brivido d'inquietudine si propagò nel mio corpo.

Non aveva niente da fare oltre a seguire le persone costantemente?

Chissà quante altre cose sapeva di me.

In quel momento sperai soltanto di non trovarmela mai contro, perché non avrei mai saputo in quanti secondi sarebbe stata capace di ritorcermi contro la mia vita.

Posai il telefono sul tavolino del salotto.

Inspirai profondamente e aprii la porta di casa.

Gabe era in piedi, con le mani in tasca e le labbra strette in una linea dura.

- Jess, se può farti sentire meglio mi scuso. Voglio solo chiarire questa situazione una volta per tutte, perché non ci sto capendo niente. - disse.

Appoggiata allo stipite della porta, lo guardai con le braccia incrociate al petto.

- Che cosa non ti è chiaro?

- La tua sfuriata più recente, ad esempio. Qualche spiegazione sensata?

- Mi sembra di essere fin troppo ripetitiva quando comincio una frase con "quattro anni fa", ma mi vedo costretta. Tu potrai aver avuto tutte le ragioni del mondo per andare via, ma non c'era nessuno a spiegarmi perché fossi sparito quattro anni fa. Non è poco tempo, come ben sai, e questo potrebbe portare a pensare che io non ci soffra più. È vero, ma non riuscirò mai a dimenticare quello che ho provato. Avevo il cuore spezzato, non so se mi spiego. Mi sentivo abbandonata, come una bambola di pezza di cui ci si stanca dopo averci giocato due volte.

- E tu vorresti vendicarti, è questo che mi stai dicendo?

- Ti sto dicendo che mi sento presa in giro. Sono arrabbiata, perché non mi sembra affatto giusto che sbuchi fuori dal nulla e pretendi di riconquistarmi così, come se io non avessi sprecato fiumi di lacrime per te. Sono arrabbiata perché è fin troppo facile, così.

- Tu mi vuoi... Non devi sentirti in colpa per questo. - osservò, addolcendo leggermente la voce.

Lo guardai afflitta da un'improvvisa tristezza.

- Non è così che cancellerai gli errori del passato. Sarò anche stata una ragazzina ingenua, ma le prese in giro sono insopportabili anche quando gli anni passano. - affermai.

Immerse gli occhi nei miei per qualche istante.

- Avrei dovuto immaginare che non avevi ancora superato questa cosa. - sospirò.

Vidi qualche goccia sulla sua giacca e mi accorsi che aveva iniziato a piovere.

- Quindi non hai intenzione di perdonarmi? - domandò, sottintendendo "e il sesso non è contato niente?".

- Non lo so, Gabe. Penso che averti rivisto abbia risvegliato tutte le sensazioni positive e i bei ricordi, in un primo momento, ma non riesco a dimenticare tutto quello che è venuto dopo. Considerando anche il caso in cui ti perdonassi, non sarebbe più come prima. Noi non siamo più come prima.

Vidi i suoi occhi riflettere un certo abbattimento morale. I lineamenti morbidi lasciavano intendere che forse non si aspettava le mie parole o che forse ci stava riflettendo.

Alzò una mano per sentire le gocce di pioggia inumidire il suo palmo.

- Jess, io... 

- Sta iniziando a piovere, è meglio se... Se torni a casa. - sussurrai.

- Dimmi solo una cosa: ami Anthony?

Mi colse di sorpresa.

- Non ho intenzione di lasciarlo, se è questo che vuoi sapere.

In tutto ciò, non avevo ben capito come aveva fatto a venire a casa mia invece di lavorare. Anthony non sarebbe rientrato prima di un'ora ancora.

- Ti sembra di aver risposto alla mia domanda?

- Mi sembra di averti detto tutto quello che devi sapere. - ribattei.

Prima di voltarsi ed incamminarsi verso la sua auto, mi lanciò un'occhiata tagliente.

- Quando avrai finito di pensare alle risposte "ad effetto", - mimò le virgolette - rifletti sulle cose importanti ed impara a dare le risposte giuste. E non prenderla come una mancanza di rispetto, mi aspettavo soltanto che dopo tutto il dolore di cui parli tu fossi più matura. La tua confusione non era senz'altro prevista, Jess.

Ebbi l'impressione che avesse pronunciato il mio nome con cattiveria ed amarezza.

Chiusi la porta e salii al piano di sopra per mettermi sotto le coperte.

Forse scollegare il cervello per un po' mi avrebbe fatto bene.

***

La prima cosa di cui mi resi conto, quando mi svegliai, erano le dita di una mano fra i miei capelli.

- Jess? - un sussurro dolce.

Era Anthony.

- Com'è andata alla MAC?

Mi tirai su e guardai i suoi rassicuranti occhi verdi.

Aveva i capelli castani tirati su davanti e le labbra rosee come sempre.

Era calmo e tranquillo, dolce come sempre.

Lo amavo?

- Molto bene, lavorare con delle persone carine è sempre un piacere. A te com'è andata al lavoro?

- Giornata normale. - alzò le spalle - Pero' Gabe ha staccato prima e non sono riuscito a concludere l'ultima pratica. 

Sembrava quasi che mi stesse chiedendo se non sapessi di più al riguardo.

Ed essere sempre di fronte al dubbio mi stava stancando. Ero stufa di portare sulle spalle una marea di bugie.

- È venuto qui per parlare con me. - dissi, con lo stesso tono con cui dicevo di andare in lavanderia.

Attorcigliai una ciocca di capelli al dito, leggermente nervosa.

- Non è successo niente di che, gli ho detto di andare via.

Parve tranquillizzarsi.

Quanti tipi di amore c'erano?

Se di amore si trattava, doveva essere nato molto lentamente. Forse era stato il sorriso di ogni giorno, lo stesso colore di occhi che vedevo sempre prima di dormire, la stessa voce che sentivo risuonare nella casa da tanto tempo.

Pensare all'amore come un'abitudine sembrava brutto, ma quando avevo detto di non aver intenzione di lasciare Anthony, l'avevo detto con piena sicurezza e convinzione. L'avevo detto con la tacita consapevolezza che amavo la sicurezza di sentirmi bene ogni giorno, di avere accanto una persona buona e intelligente che conoscevo bene. Una persona che aveva ricostruito con pazienza e dolcezza un cuore in frantumi.

__________

LOVE CAN BE FRIGHTENING FOR SURE!

Scrivere questo capitolo è stato leggermente più complicato di quasi tutti i precedenti, perché costruire piccole riflessioni cedendo le informazioni piano piano richiede un minimo di pianificazione. 

Comunque, stiamo per conoscere Carol... Aspettative?

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Baci 💖💖

Into You (Cameron Dallas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora