Capitolo 2

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Quando mi svegliai, il mattino dopo, i miei occhi scattarono sulla sveglia.

Erano le sette e un quarto. Avevo ancora un quarto d'ora prima di dovermi alzare dal letto, fare la solita routine di bellezza fra creme e cosmetici, vestirmi, fare colazione e incontrare Cowell. Mi avrebbe detto come allenarmi oggi.

Osservai la luce dorata che penetrava nella stanza, filtrata dalle tende color crema. Amavo quel tipo di illuminazione, mi dava l'impressione che tutto fosse bello e tranquillo, il che mi aiutava inevitabilmente a cominciare bene la giornata.

Accanto a me, l'altra metà del letto era vuota.

Anthony doveva essere in ufficio alle sette, perciò si svegliava sempre prima di me, e io mi prendevo un po' di tempo per girare con calma per la casa, in vestaglia, e attivare il cervello.

Adoravo la casa di Anthony. Probabilmente era uno dei motivi per cui stavo con lui e, anche se sapevo benissimo che era una cosa negativa e superficiale che andava a discapito della nostra relazione, era così.

Ero riuscita a mantenere il fidanzamento per due anni, evitando sempre i discorsi che c'entravano con il matrimonio, i bambini e cose del genere... Cose che richiedevano una base in cui ci fosse amore.

Fra noi non c'era amore.

A dire il vero stavo ancora lavorando al nome da dare a ciò che c'era tra noi e che ci legava, ma spesso preferivo non pensarci proprio.

Legai stretto il nastro della vestaglia sulla mia vita sottile e legai i capelli per dedicarmi alla cura del viso.

Una volta finito, pettinai i capelli e feci una coda alta fatta per bene e rientrai in camera per vestirmi.

Indossai la tuta azzurra da jogging. Se Cowell avesse avuto altri piani, mi sarei facilmente cambiata.

Lasciai la vestaglia sul letto disfatto e uscii dalla camera.

Il piano superiore della casa aveva parecchie camere da letto vuote e io ne avevo approfittato per usarne una per il mio guardaroba e soprattutto le mie scarpe.

Scesi le scale di legno perfettamente lucido e feci scorrere la porta per entrare in cucina.

La cucina era spaziosa, arredata di bianco e rosso, con un'isola al centro attorno alla quale c'erano quattro sgabelli alti. Era tutto in ordine e un cesto di frutta fresca era stato lasciato lì per me.

In quel momento, pero', avevo voglia di yogurt e aprii il frigorifero per prenderne un vasetto. Mi alzai sulla punta dei piedi, visto che non ero alta, per raggiungere la confezione di barrette di cereali che c'era sul ripiano alto dell'armadietto accanto al frigo.

Dovetti salire sul piano di lavoro.

Maledetto il giorno in cui mi si è fermata la crescita in altezza.

Con la barretta in una mano e lo yogurt nell'altra, mi sedetti su uno sgabello e iniziai a mangiare.

Nel silenzio assoluto della casa, sentii il rumore di qualcosa cadere al piano di sopra.

Andai velocemente in camera a controllare e trovai il telefono vibrante per terra.

Cowell stava chiamando.

Feci scorrere il dito sullo schermo per rispondere.

- Jess, sei sveglia?

- Sì, stavo facendo colazione. - risposi.

- Sono quasi a casa tua, finisci in fretta che andiamo a fare una corsetta e poi un po' di stretching. - istruì.

Mormorai un "okay" e riattaccai.

Into You (Cameron Dallas)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora