Capitolo 23.

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«Ho bisogno di un altro giorno» dichiarai, allontanandomi da lui.

Aria, avevo bisogno d'aria. Non riuscivo a respirare. Era difficile ricordarmi di farlo quando mi guardava negli occhi e faceva di tutto per abbattere le mie barriere.

«Alexandra» sospirò lui, esasperato.

Non gli diedi il tempo di aggiungere altro, non aveva alcun motivo di lamentarsi.

«Un solo giorno Jared, non mi sembra di chiedere troppo!» esclamai, mettendo altro spazio tra di noi. «E adesso puoi anche andartene.»

Gli indicai la porta con il braccio teso senza mai smettere di guardarlo negli occhi, volevo che capisse che ero seria.
La sua espressione si addolcì e le sue spalle si abbassarono, accettando la sconfitta.

«Solo uno?» chiese in un sussurro.

Annuii, non c'era altro da dire. Avevo già deciso, ma prima dovevo parlarne con suo fratello. Volevo essere io ad informarlo, temevo la sua reazione più di quella di Jennifer. Lui non aveva fatto altro che mettermi in guardia e cercare di proteggermi da me stessa, gli dovevo almeno quello.

«Va bene.» asserì, tornando a sorridere. «Posso almeno avere il mio bacio della buonanotte?» domandò, muovendo un passo nella mia direzione.

Alzai gli occhi al cielo e gli indicai la porta; di nuovo. «Buonanotte, Jared» gli augurai, risoluta.

Niente bacio per lui, non quella sera. Non volevo dargliela vinta anche su quello. Gli avevo già permesso di entrare in casa e di passare del tempo insieme, non potevo anche permettergli di darmi il più bel bacio della mia vita; o se ne sarebbe vantato per sempre.

«Nemmeno un abbraccio?» chiese, avvicinandosi ancora.

Incrociai le braccia al petto ed indietreggiai fino a raggiungere il televisore. «Va', adesso» ingiunsi perentoria.

«Va bene» acconsentì per la seconda volta, roteando gli occhi al cielo. Si diresse verso la sedia dove aveva abbandonato la sua giacca. La prese e la indossò, per poi voltarsi a guardarmi. «Sicura di non volere quel bacio?»

E tu sei sicuro di non volere un calcio? La mia parte razionale mi sorprese con quel pensiero. Dov'era Gollum? Che cosa gli era successo? Perché non era lì a spingermi tra le sue braccia e ad implorarlo di baciarmi? Strano, ma non mi mancava. Quando non c'era riuscivo a pensare come una persona normale. Forse non proprio normale; ma almeno non mi mettevo in imbarazzo davanti al ragazzo più presuntuoso del pianeta Terra.

«È stata davvero una bella serata, grazie per essere passato» replicai, dirigendomi verso la porta. Lui mi seguì e si fermò davanti all'uscio, in attesa della mia prossima mossa. Gli sorrisi e spalancai la porta, indicandogli il corridoio con il mento.

Uscì e si voltò, rivolgendomi il suo solito ghigno compiaciuto. «Buonanotte, piccoletta.»

«Buonanotte, Jared.»

Chiusi la porta senza aspettare che si allontanasse.

Mi restavano solo ventiquattro ore di tempo per decidere. O meglio, per trovare il coraggio di dirgli che avevo intenzione di provarci davvero. Volevo concedergli quella possibilità. Volevo dargli l'opportunità di entrare a far parte della mia vita, così come io volevo far parte della sua. Non credevo che sarebbe durata per sempre, ma non mi importava. Ero così patetica da essere disposta ad accettare quello che voleva darmi, fino a quando non si sarebbe stancato di me.

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Dopo aver richiuso la porta ero tornata in sala, avevo spento il televisore e preso le due ciotole con quello che rimaneva del nostro gelato e le avevo portate in cucina. Le avevo lavate a mano e asciugate prima di metterle via.

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