Capitolo 36.

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Il materasso si mosse ed ondeggiò sotto di me, destandomi dal sonno profondo in cui ero caduta solo qualche ora prima.

Perché si sta agitando tanto? Non sa che sono stanca e voglio dormire? Mi lagnai mentalmente, stropicciando un occhio con le dita di una mano. Dovevo costringerlo a portarmi a casa mia, invece di acconsentire alla sua "richiesta" di passare la notte da lui. Nel mio appartamento, sola nel mio letto, sarei riuscita a riposare tranquillamente. Mi sarei svestita per indossare il mio comodo pigiama, poi mi sarei infilata sotto le coperte e lì avrei dormito senza interruzioni. La notte precedente non era andata così, però. Dopo lo scontro con Chanel avevo raggiunto Jared e gli avevo detto di essere stanca e voler andare a casa così, senza salutare nessuno, avevamo lasciato il locale e ci eravamo diretti al suo appartamento, dove una volta arrivati gli avevo permesso di aiutarmi a disfarmi del mio abito -troppo corto- ed ero caduta in tentazione.

La carne è debole, mi canzonò Gollum. Non ero io a essere debole, lui era un dannato tentatore. Lui e i suoi capelli scompigliati che gli ricadevano sugli occhi scuri, senza riuscire a celarne lo sguardo o il modo in cui mi bramava. Non ero riuscita a resistergli, ma non me ne pentivo. Non completamente, avrei recuperato il sonno perso in un'altra occasione.

Jared si mosse ancora, cercando di divincolarsi dal mio abbraccio e io strinsi la presa intorno al suo corpo, per trattenerlo a letto. Accanto a me, dove avevo bisogno di lui e del suo calore.

«Jared..» mugugnai. «Dove stai andando?»

Si mosse, afferrandomi un braccio con la mano e sollevandolo dal suo petto, provando a sfuggirmi. Fui più veloce di lui, gli circondai la vita con una gamba e mi avvinghiai al suo corpo.

«Shh, Alexandra.» sussurrò lui, carezzandomi una guancia. «Dormi, piccoletta.»

Dormire, era quello che stavo facendo prima che lui mi svegliasse. Ed era quello che avrei continuato a fare, non appena lui avesse desistito dal suo intento di abbandonarmi da sola nel suo letto. «No, non andare via.»

«Devo solo andare in bagno» mormorò al mio orecchio, per poi sfiorarmi la pelle con le labbra.

La sua bocca si spostò lentamente sul mio volto, carezzandomi delicatamente la pelle. Dio, perché mi fai questo? Non mi stava nemmeno toccando -non come avrei desiderato, comunque-, ma questo non impedì al mio corpo di reagire.

«Resta qui» sospirai, ad occhi chiusi. «Avrò freddo se te ne andrai.»

Jared rise e il suo respiro caldo mi solleticò la pelle. «Torno subito» mi assicurò posandomi un bacio tra i capelli.

«Promesso?» domandai, senza allentare la mia presa.

Aprii gli occhi e, nell'oscurità che ci avvolgeva come una coperta il cui scopo era quello di nasconderci dal resto del mondo, cercai il suo sguardo. I suoi occhi scuri, screziati da tante piccole pagliuzze dorate, mi rassicurarono.

Le sue labbra si piegarono in un tenero sorriso. «Promesso.» mi assicurò, lasciando indugiare il suo sguardo sul mio viso.

Annuii impercettibilmente e sollevai la gamba, liberandolo dalla mia presa. Jared scivolò rapidamente fuori dal letto, si diresse verso la porta chiusa a chiave, l'aprì ed uscì dalla stanza. Guardai la porta richiudersi alle sue spalle e mi rannicchiai su me stessa, portandomi le gambe al petto. Non sapevo perché, ma avevo il timore di vederlo scomparire davanti ai miei occhi da un momento all'altro. Il pomeriggio prima ero così sicura della nostra relazione da aver immaginato un futuro insieme a Jared, incapace di pensare ad una vita di cui non facesse parte. Era bastato parlare con Chanel perché tutte le mie certezze si sgretolassero, perché dubbi ed incertezze filtrassero attraverso gli spiragli di quel muro che avevo eretto per contrastare le sue insinuazioni e si facessero largo dentro di me. E se avesse avuto ragione lei? Se un giorno Jared avesse aperto gli occhi e avesse realizzato che poteva avere qualsiasi altra ragazza? Che poteva avere di più e di meglio, senza tutte le restrizioni che ponevo al nostro rapporto ed a cui sembrava voler sottostare, pur di avere una relazione con me, nonostante tutto? Amavo Jared, però non sapevo che cosa lui provasse per me. Non gli ero indifferente, gli piacevo e mi desiderava, ma mi amava? Non sapevo rispondere a quella domanda, non osavo farlo. Io lo amavo, ma era abbastanza? Il mio amore sarebbe stato abbastanza per entrambi, o per supplire alla mancanza dello stesso sentimento da parte sua? Sarebbe stato sufficiente a tenerci insieme?

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