▪️Capitolo XXX

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Uhm, sono viva! Vi avviso... il capitolo è parecchio lungo haha scusate

Scuoto la testa, iniziando a camminare a passo veloce verso il luogo dove si sono radunati gli altri. Attraverso velocemente un corridoio e giungo in un'ampia sala dotata di numerosi cassetti incastonati nelle pareti. Dei sottili vani divisori separano l'ambiente già di per sé poco illuminato, frazionando maggiormente la luce e rendendo lo spazio labirintico.

Passo dopo passo noto finalmente i miei amici avanzare in direzioni diverse, tenendo tra le mani qualcosa di non identificato. Ci sono troppe cose non identificate ultimamente...

Smettila di pensarci. Smettila di pensarci. Smettila di...

Un ammasso scuro mi piomba in faccia, frantumando ogni mio pensiero. Innervosita lo tolgo dal mio viso, notando poi che si tratta di un completo interamente nero.

«Indossalo» si limita a dire Connor, richiudendo con un colpo secco il cassetto.

Guardo i vestiti e poi lui. «Ehm... dovrei spogliarmi qui?» domando confusa.

«Le vedi quelle belle lastre? Scegline una, nasconditi dietro e cambiati.»

«Ma sono trasparenti!» replico, gesticolando a caso con i vestiti tra le mani.

«Pronto? Siamo mutanti. Vedi per caso uno dei tuoi amici nudo qui da queste parti?» Connor allarga le braccia, lanciandomi un'occhiata torva.

Mi osservo attorno. «Ma... perché proprio il nero? Qui predomina sempre il bianco» mormoro, mentre lui chiude la zip della giacca nera. Si è già cambiato. Come ha fatto?

«Se dovessero darmi un dollaro per ogni domanda inutile, sarei già miliardario» borbotta, non degnandomi di una riposta e andandosene chissà dove.

Dopo aver ingoiato la mia dignità, mi reco dietro ad un divisore, svestendomi a velocità supersonica. Lascio cadere a terra sia il maglione che i jeans ed infilo i capi che mi sono stati assegnati. Percepisco immediatamente la spropositata aderenza di questi vestiti e, quando noto i miei vecchi compagni indumenti levitare in aria per poi dirigersi verso un cassetto e depositarcisi all'interno, non posso fare a meno di trattenere una lacrimuccia.

«McCartney! Sei un bradipo, per caso?» È incredibile come la voce di Connor per quando lontana possa risultare comunque intimidatoria.

Sguscio via dal nascondiglio, cercando di tirare giù la maglietta a maniche lunghe che continua a risalire lungo il mio busto, lasciando una striscia di pelle tra il suo bordo inferiore ed i pantaloni. Tasto le cosce, notando la presenza di numerose tasche. Ma a che dovrebbero servire? Abbasso lo sguardo e noto di avere ancora la patta aperta. Tento di rimediare prima di incontrare il resto del gruppo, ma mi ritrovo a saltellare come un canguro affetto da stitichezza.

«Mc...» Alzo di scatto lo sguardo ed incrocio gli occhi castani di Connor, ora intenti a fissarmi in modo strano. «Ti devo dare una mano?» domanda serio.

Eh? Ma che sta dicendo?

«No! Sparisci! Lasciami superare il momento di crisi» urlo, accorgendomi poi di aver finalmente sigillato la cerniera. «Ecco, vedi? Ora sono a posto.»

Rotea gli occhi, facendomi cenno di seguirlo e voltandosi dalla parte opposta. «E tu dovresti essere la chiave di questo casino. Tu... che nemmeno sai metterti un paio di pantaloni. È in casi come questi che...» Si gira per dedicarmi un ultimo sguardo omicida, prima di spalancare un'enorme porta metallica. «So sicuro che l'umanità sia spacciata.»

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