▪️Capitolo LII

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Buonassera

Ammetto di essere molto emozionata per questo capitolo... è da due anni che ce l'ho in testa.

Piccola nota: Megan Wright era la mutante del vento, cresciuta con Jessica in una specie dì orfanotrofio, che si univa sempre a Jessica nel bulleggiare Shannon. Ora si è schierata dalla parte di Ecs.

Buona lettura!🌹

Sottopormi al film dei ricordi, o ancora meglio "teatro" secondo Phoenix, dei miei amici per traumatizzarmi a dovere... così da plasmare ulteriormente i miei poteri... e da precedere Ecs nella corsa verso il potere tanto ambito.

In pratica, una gara di velocità con salto ad ostacoli... dove gli ostacoli sono dei traumi, ed io corro come un'anatra tenendomi stretto il fegato.

«Ammettilo che la metafora del fegato è insuperabile, Shanny.»

Ryan mi osserva con un sorriso soddisfatto, mentre segue con gli occhi castani il mio camminare nevrotico.

«Willow è stata obbligata da Ecs a strappare un ricordo al preside Collins, un ricordo che riguarda Iris. Iris pare abbia provato a resuscitare qualcuno, forse i suoi amici morti durante la Rivolta di Honeymoon. Ma qualcosa è andato storto... Willow è rimasta scottata da questo ricordo e finisce la lettera ammettendo che vuole pagare con la vita il suo errore» ragiono ad alta voce, continuando a camminare. «Ma ci è davvero riuscita?» bofonchio, aumentando la velocità dei passi.

«Shanny... ti prego... stai ferma...» borbotta Ryan, in un lamento.

«Per le prove di Ecs ero meno nervosa, porco... porco...»

«Epatocita?» mi suggerisce lui.

«Basta con questo fegato!» gli urlo addosso. È più acculturato di quanti pensassi.

«Senti, stai calma... vedrai che non andrà male. Ti sei allenata, ci siamo allenati: cosa può andare storto?»

Blocco la mia marcia del delirio e mi volto verso Ryan, lentamente. «SCHERZI VERO? Tutto! Ecco cosa può andare storto! Ci pensi? Magari non riuscite più a uscire dalla mia mente, magari io non riesco più a riappropriarmi di me stessa... Magari qualcuno muore di infarto...»

La mia mente torna alle sedute di allenamento. Sono state spaventosamente dolorose. Vedevo letteralmente nero dopo pochi minuti. Giorni... e giorni di tentativi... solo per rilassarmi. Imparare ad accogliere e non ad agire... grande sfida. Seduta su una sedia, Phoenix davanti a me, il suo passato che si insinuava tra i miei pensieri... scivolando sulla pelle, annidandosi laddove solo io posso arrivare. Ormai penso di avere visto Connor in tutte le salse: Connor piccolo talento del calcio, Connor e il molare saltato, Connor e la prima cotta, Connor il giorno del diploma...

Chissà se sapesse... se venisse a sapere che suo padre mi ha mostrato queste cose...

«Oh suvvia, come siamo tragiche» cantilena Ryan, ridendo.

«Io sono svenuta dieci volte mentre mi allenavo. Ricordi?» sibilo.

«Undici, se conti quella volta che ti sei addormentata... Shanny, luce della mia vita, andrà bene, vedrai» mi rassicura, accavallando le forti gambe sulla sedia.

Giusto, mi sono anche addormentata. Ma solo perché quel giorno Phoenix era particolarmente stanco. E la sua stanchezza mi ha travolta in pieno. Penso di essere anche caduta dalla sedia... con un tonfo niente male. Invitare qualcuno nella mia mente e lasciare che questa venga usata come una sorta di proiettore della vita... crea uno strano legame temporaneo. Non è come quando mi svegliai nei ricordi di Sean, nel suo di corpo, con i suoi occhi. Lì ero una spettatrice che assaggiava qualcosa di già visto, percependo sensazioni già avute. No, no... qui è diverso. Io ho le mie sensazioni, quelle del presente; tuttavia... percepisco anche il passato, lo vedo dentro me stessa, ci cammino dentro, e, se voglio, posso anche visualizzare gli altri spettatori.

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