▪️Capitolo XXXV - Parte I

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Lo avevo programmato diversamente questo capitolo... perciò apparirà quasi come spezzato. Scusate, ma sarebbe diventato di 10000 parole sennò😂 Buona lettura!

Provo a concentrarmi ulteriormente e prendo boccate profonde prima di impegnare ancora più energia nell'arrestare l'avanzata della barriera di Connor.

È passato all'artiglieria pesante, sfoderando anche parte dei suoi poteri. Ci sa davvero fare, gliene do atto.

«McCartney, impegnati.» Sbadiglia a tutto spiano, mentre la sua barriera mentale avanza, chiudendosi a cerchio attorno a me e impedendomi ogni via di fuga.

«Ci sto provando, okay?!» replico, rivolgendo i palmi aperti alle mura mentali, che ora si sono strette ancora di più.

«Non è abbastanza!» ruggisce, muovendo appena una mano e facendo sparire la barriera. «Ti rendi conto che devi saper proteggere la tua testolina bacata? Lo sai cosa succederebbe se riuscissero a metterci mano? Devi impedire a loro di poter fare questo.»

Lo guardo confusa, chiedendomi a cosa si stia effettivamente riferendo; tuttavia, bastano pochi secondi a stravolgere la mia condizione di precaria stabilità emotiva. Percepisco il suo potere mentale insidiarsi nella mia testa: avvolge il mio cervello, riveste i miei pensieri, rendendo il mio contatto con la realtà lontano.

Cado a terra in ginocchio, succube della stessa tremenda sensazione che mi aveva pervaso quando il preside Collins era deceduto. Mi sento violata, violata nel profondo.

«Respingimi.»

Chiudo gli occhi, cercando di trovare il mio spazio perduto all'interno di me stessa, perdendomi però tra le reti appena tessute da Connor. Non ce la faccio.

«Respingimi, McCartney.»

La sua voce ora mi giunge ovattata e vani sono i miei sforzi di riappropriarmi di ciò che è mio per diritto. Conficco le unghie tra i miei capelli, come se potessi liberarmi della invasione bucando la mia testa.

«Ci ucciderai tutti» gli sento dire, con un tono di voce grave «Se non impari a conoscerti ci ucciderai tutti.»

«Io... non ucciderò nessuno!» riesco a replicare, sbattendo le palpebre per fissare la sua figura, che adesso mi appare distorta e in movimento.

«Oh, ne sembri così convinta. È tragicomico.» Improvvisamente il dolore cessa di dominarmi e mi riapproprio di ogni mia capacità sensoriale e comunicativa. «Non so se te ne sei resa conto, ma se non ti dai una mossa, ne risentiremo tutti, nessun escluso.»

«Darmi una mossa...» mormoro, mentre la rabbia si fa spazio in me, inducendomi a rialzarmi in piedi «Come ti ho già detto, ce la sto mettendo tutta per migliorarmi» aggiungo, indurendo lo sguardo.

«Sai generare qualche barriera ed espandere appena la tua mente sulla materia. Non hai sviluppato alcun tipo di resistenza mentale, né tantomeno fisica. Leggi nella mente senza controllo e, quindi, sei al di sotto della sufficienza in ogni tipo di capacità che il tuo potere ti offre. Ti comporti come una povera sprovveduta, ma molto probabilmente nascondi ben altro sotto quella facciata.»

«Cosa vorresti insinuare?» domando stupita, mentre lui mi squadra senza muovere un muscolo.

«Niente, spero di non dover insinuare niente» si limita a dire, facendo scattare qualcosa dentro di me.

Oh no, non puoi semplicemente buttarmi letame addosso e poi restare zitto. Ho già i miei problemi, porco caucciù.

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