▪️Capitolo XLVIII - Parte I - Sean

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Ma salve lettori🙃 big colpo di scena in questo chapter, diviso in due e dal pov di un certo ghiacciolino.

Prendete il vostro ghiacciolo al limone dal freezer e buona lettura❄️❄️

Sean's point of view

Il corrimano in legno cigola sotto alla pressione della mia mano. Solitamente non mi appoggio, ma con questo buio non si sa mai. Conosco questo posto come le mie tasche e saprei orientarmici anche ora; ciononostante, non mi sento affatto sicuro della mia concentrazione.

Una parte di me è lontana e mi sta invitando a seguirla. È sfrecciata via nella notte e la sua improvvisa fuga mi ha svegliato. Mi chiama, mi chiama a gran voce.

E ho un brutto, bruttissimo presentimento.

«Sean, Sean...»

Qualcuno sta pronunciando il mio nome.

Cerco quel qualcuno nell'oscurità, girando su me stesso. In me cresce una strana sensazione. Mi sento osservato da vicino.

«Sean... ti prego... ho fatto un casino, aiutami» singhiozza una voce femminile vagamente familiare «Non volevo! Ma sono così debole! Ti prego, Sean... fammi entrare.»

La sento vicina, eppure deve essere lontana. Corro verso la prima finestra nelle immediate vicinanze. Se mi sta chiedendo di farla entrare, deve trovarsi fuori.

«SEAN! SEAN, TI PREGO!»

Willow...

Sta sbattendo con foga contro il vetro. Il suo viso è contratto in una smorfia disperata. Cerco di girare la maniglia dall'interno, ma è bloccata.

«Sean, è solo colpa mia e della mia stupida debolezza...» singhiozza, strusciando le dita bagnate sul vetro freddo. «Ora è troppo tardi.»

«Willow, che stai farneticando? Cosa è successo?» Tiro un pugno alla finestra. Niente, non si rompe.

Willow si pietrifica, continuando a piangere in silenzio. Alle sue spalle qualcosa si muove. Gli alberi si scostano per fare spazio ad una figura che non riesco ad identificare. È immersa nel buio della notte.

«Willow... spiegami cosa è successo» mormoro, guardandola. Lei non mi risponde. «Chi è quello? Willow!» continuo, alzando la voce. La finestra ora è gelida.

«Quello? Sean, quello sei tu» sento affermare.

Shannon si pone al mio fianco, vestita come la prima notte in cui la vidi davvero. Ha le guance arrossate e la pelle visibilmente sudata.

Seguo il suo sguardo ed i miei occhi iniziano a bruciare. Sono due bocce ardenti, mortalmente corrosive. Quasi non riesco a fissarla quella figura così simile a me. Si avvicina dal bosco, dirigendosi verso Willow, ancora immobile come una statua. Vestito di nero, con i capelli raccolti e gli occhi vacui. Sono io.

«Io non posso entrare» afferma Willow. Sposta lo sguardo su Shannon. «E lei non dovrebbe essere qui!»

Shannon non è più al mio fianco, ma là fuori, esposta all'altra versione di me. Indietreggia a scatti, spaventata. Continuo a percuotere l'insulsa finestra fino a quando non vedo le nocche insanguinate. Mi blocco, consapevole di non essere in grado di proteggerla.

Poi una scarica di pura energia mi trafigge in pieno. Crollo in ginocchio, tramortito. Nel cielo notturno scorgo una luce, lontana e ultraterrena. Più la guardo, più mi sento spezzato, ferito a morte. Non appartengo a questo posto. L'altra versione di me si disgrega. Mi sembra di impazzire. Vedo pezzi di me fluttuare in aria. Mi piovono addosso. Dove inizio io, dove inizia lui?

The Mirror of ShadowsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora