▪️Capitolo XXXI

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Spazio autrice. Lo metto qui per questo capitolo. EmmaMarghe ci offre con questo disegno un'anticipazione di una scena di questa parte della storia.

 EmmaMarghe ci offre con questo disegno un'anticipazione di una scena di questa parte della storia

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Buona lettura.

«Solo io mi sento un po' vuota?»

Mi volto per guardare April, che è rimasta in silenzio durante l'intera cena. Al momento ci troviamo spaparanzati sui divani della sala comune, c'è chi sta provando a sonnecchiare e chi invece è più arzillo che mai.

Dopo essere ritornati alla domus e esserci sottoposti ai dovuti trattamenti per accertare che non fossimo rimasti feriti e dopo innumerevoli parole di entusiasmo circa il successo della nostra missione, ci siamo fiondati nelle nostre stanze per ripulirci e finalmente mangiare. Mentre l'acqua scorreva sul mio corpo la mia testa era occupata a cercare di capire come avesse fatto Sean a uscire indenne da un attacco del genere. Le ombre... avevano preso in pieno la sua schiena. E solo io ne sono diretta testimone, a quanto pare.

«Che intendi dire?» le chiede Adam, sbadigliando contro il cuscino che ospita la sua testa bionda.

«A nessuno di voi manca la vita da semplice umano?» domanda a sua volta la riccia, appollaiata sulla poltrona.

Aggrotto le sopracciglia e inizio a pensare. Mi manca?

«A me no» le risponde subito Ryan con un tono talmente duro che per poco mi sembra di aver sentito parlare Sean. Sean... che non è qui con noi.

«No? Nemmeno un pochino?» April incrocia le gambe, prendendosi il viso tra le mani. «A me sì. Camminare tra le persone e sentirsi uno tra tanti, cambiare aula e scambiarsi battute idiote con i propri compagni, tornare a casa. Sono cose che mi mancano.»

«Stai forse dicendo che con me e Ty non potevi scherzare?» Abbey riduce gli occhi a due fessure.

«E che con me non ti senti una tra tante?» aggiunge Adam, sfoggiando con gli occhi semichiusi un sorrisino birichino.

«Idiota» mormora lei, scuotendo la testa «Sto dicendo che ci sono cose che non potrò più avere.»

«A me non sembra strano. Se pensi di poter avere qualcosa per sempre, sbagli. E sbagli alla grande» afferma Emery, comodamente sdraiata per terra. Sta parlando di Beth?

Ryan balza in piedi, dirigendosi verso la zona cucina. Prima di raggiungere il frigorifero pare ripensarci e torna indietro, allungando però un braccio verso di esso e, dopo averlo aperto, estraendone una lattina di birra. La apre e ne prende un sorso veloce.

Sembra che nessuno abbia più nulla da dire, perciò...

Sbadiglio, affondando il viso nel divano e stiracchiando le gambe. Proprio quando sto per chiudere gli occhi, però, qualcosa di terribilmente freddo si posa sulla mia fronte, facendomi scattare seduta.

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