▪️Capitolo XLI

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Gentaglia! Leggete lo spazio autrice! È importante ✏️ buona lettura!

Da un cartone si possono estrapolare i più svariati significati; in questo caso abbiamo trovato la chiave per decifrare un indovinello. È disgustosamente buffo come rimbalziamo di specchio in specchio, assecondando il progetto del pazzo mutante che infesta le mie notti.

«State uniti» sbotta Connor, stringendo la presa sui biglietti che ha appena mostrato per permetterci di proseguire verso l'aereo appena atterrato che ci porterà a Los Angeles.

Ebbene sì, Phoenix Finnegan ha imposto al suo figlio rompipalle e severo di utilizzare mezzi pubblici. Il nostro pilota River si recherà alla meta decriptata giusto ieri per conto suo e ci riabbracceremo nella casa che ci è stata messa a disposizione da Connor stesso.

«È di mia proprietà, bambocci. Rompete qualcosa ed io vi estinguo» ha promesso il ricciolo. E ancora: «So che esiste un girone dell'inferno per dei bambinetti inetti come voi.»

Insomma, le solite frasi da Connor, penso, mentre lo osservo scombinarsi i capelli con evidente frustrazione. È strano vederlo con addosso una normale felpa grigia, quasi surreale dopo i suoi tipici completi schifosamente eleganti e austeri.

«Non abbiamo otto anni, sai?» borbotta April, scoccandogli un'occhiata bieca.

«No? Però ve la siete fatta nei pantaloni dopo la rivelazione di Karim... K.O. o come diavolo si chiama. Non è forse un sollievo per voi femminucce il fatto che lui sia rimasto alla domus con la sua amata dark?» replica il protettore, facendo sbuffare Adam, che accelera il passo per superare Connor e sbarrargli la strada.

«Non sfottere le paure altrui. Ognuno ha il diritto di reagire come crede. È stata una cosa scioccante per me, come per tutti. Penso sia più che logico il fatto di tentennare di fronte alla eventualità di stare in un luogo non protetto con qualcuno che ha forti istinti omicidi.»

Ha ragione. È normale avere paura, soprattutto se si scoprono verità così sconvolgenti e destabilizzanti. Ancora mi chiedo come Emery abbia fatto ad affrontare tutto ciò da sola.

Connor non fa una piega davanti al discorso di Adam e sbadiglia senza contegno. «Hai finito? Non sono il tuo psicologo.»

Il Texano stringe la mascella ed i suoi occhi iniziano a scurirsi. «Tu...»

«Io?» lo incalza Connor, esibendo un ghigno da essere superiore.

Prima che Adam possa prenderlo a cazzotti, è lui stesso a incassare uno schiaffo sulla nuca. Sean trafigge con lo sguardo il suo amico, ora profondamente offeso.

«Ahio! Ma che ti prende?» urla infatti, scandalizzato. Con la coda dell'occhio scorgo Ryan tirare fuori il cellulare dalla tasca della giacca e cominciare a scattare foto a raffica.

Jessica continua a camminare indifferente alla situazione, stringendo il biglietto tra le mani. Sempre così strana. Beh, chi non lo è in questo gruppo?

«Idiota» Sean inarca un sopracciglio «non ti sei accorto che siamo in un aeroporto con migliaia di persone che ci gironzolano attorno? Ma dove hai gli occhi?»

«Io ho un'ipotesi su dove potrebbero trovarsi!» afferma scherzoso Ryan, alzando più volte un braccio.

«No, fidati... non sono lì» mormora April, sospirando. «Probabilmente non ce li ha e basta.»

Adam le sorride malizioso. «Certo che hai una buona memoria.»

La ragazza si stringe nelle spalle. «Vero. Sai cos'altro ricordo? Che ti terrorizza allontanarti dalla terraferma. Ce la farà il nostro impavido e orbo Adam Master e sopravvivere? Chi lo sa» mormora, superandolo.

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