Cap. IV

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La differenza tra mente e cuore?
La mente ti dirà la cosa più intelligente da fare.
Il cuore ti dirà ciò che farai comunque.
- Wiz Khalifa


Raggiunsi gli altri sul terrazzo e mi gustai il delizioso odore della carne sulla griglia. Se era così buona solo a sentirla non vedevo l'ora di mangiarla! Doveva essere decisamente deliziosa. Mio padre era bravo quando si trattava di cucinare, al contrario di me che oltre a un piatto di pasta, uova e una bistecchina veloce non sapevo fare altro.

Luca, era lui che stavo 'puntando', si era comodamente seduto davanti al fratello, Gigi, e anche lui aveva il cellulare in mano e le cuffiette, che prima non avevo notato, alle orecchie.
La cosa non mi sorprese per nulla, e se avessi dovuto dire un genere avrei detto che stava ascoltando qualche musica da discoteca a tutto volume.

Rimasi appoggiata allo stipite della portafinestra ad osservare un po' tutti, ben lontana dalla ringhiera e i dieci metri che mi separavano dal cemento.

Mi piaceva, anche se può sembrare strano, guardare il comportamento della gente e provare a capire lo stato d'animo. Il linguaggio non verbale, come viene comunemente chiamato. Per questo avrei voluto andare a fare il liceo delle scienze umane, in modo da studiare psicologia, ma in qualche modo avevo ceduto a mio padre, andando allo scientifico.

E, come se non riuscissi a farne a meno, i miei occhi tornarono a focalizzarsi su Luca, cercando di capire meglio che genere di persona fossw, oltre al fatto di essere uno stronzo e uno troppo sicuro. I miei pensieri si interruppero quando alzò la testa e mi sorrise in maniera lenta e arrogante, mostrando due fossette decisamente sexy.

La visiera questa volta non copriva il colore degli occhi che, illuminati della luce del sole, erano diventati di un verde ambrato, quasi surreale. Ma decisamente bellissimo. Diamine, perché doveva avere degli occhi così belli? E perché non erano così anche i miei? E già che ci siamo, perché doveva essere così sexy?

In preda a una timidezza, mi alzai di scatto e andai verso camera mia per prendere il libro. Se mi fossi concentrata sulle parole non avrei potuto esserlo su Luca. E magari poteva essere un modo per aprire la conversazione e iniziare a parlare, sempre che avesse mai letto un libro. Non si direbbe guardandolo.

- Sofia, vieni a darmi una mano - urlò mio padre, andando verso la cucina e interrompendo la mia spedizione in camera.

" Piantala di sabotare i miei piani, padre!"

Sorridendo in maniera forzata, feci un giro su me stessa e, giocando con le pellicine delle dita per il nervoso, ritornai indietro per aiutarlo.

Mio padre indicò il tavolo con le bibite e mi fece cenno di portarle a tavola, insieme agli antipasti di salumi. Rubai una fetta, che poi divennero due, di salame milanese fresco e, facendo la cameriera, portai tutto a tavola con un grosso sorriso.

- Okey, se volete iniziare a servirvi, tra poco arriva la prima parte: spiedini, braciole e due salsicce - annunciò papà tornando alla postazione da cuoco, dove aveva lasciato solo il nostro ospite, di cui mi ero già dimenticata in nome.

Ottimo!

- Uh, molto volentieri - accettò Elisa, seguita dalla madre di Luca e dalla sorella. La mia memoria stava veramente peggiorando! Non mi ricordavo più i nomi di nessuno se non di Luca!

Probabilmente non avevo prestato molta attenzione mentre li dicevano, sempre che li abbiano detti...si, si erano presentati. E avevo scritto anche i loro nomi sui segnaposti!

"Maura" era la madre, e la bambina più piccola... "Maria". Poi Gigi e Simone, mi mancava solo il padre all'appello dei nomi.

Prima o poi sarebbe saltato fuori nella conversazione, dovevo solo aspettare e ricordare di annotarmelo.

Come Neve D'EstateWhere stories live. Discover now