Cap. VIII

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Thantophobia:
La paura di perdere chi amiamo.
Cit.


Finito il pranzo tornammo verso lo spazzo di prato dove ci eravamo sistemate, osservando i nuovi arrivati stendere gli asciugamani e prendere delle carte e delle fiches per iniziare una partita a poker.

Arianna si andò ad appartare con Peppe un po' più distante, Irene si sdraiò a prendere il sole e io mi infilai le cuffiette e presi il Kindle per iniziare a leggere un nuovo libro, sfogliando la mia libreria e le mie collezioni.

Mi bastava alzare gli occhi per vederlo, lì comodamente seduto mentre rideva e giocava con i suoi nuovi amici, attirando gli sguardi di ogni altra ragazza nel raggio di cinquanta metri.

Cake by the Ocean partì a tutto volume, isolandomi dal mondo e dagli schiamazzi delle persone, permettendomi di rivolgere la mia attenzione al primo capitolo del libro "The Help" di Kathryn Stockett. Avevo visto il film qualche giorno prima e mi ero subito comprata il libro per poterlo leggere.

Mi prese fin dalla prima parola mentre nella mia testa, accompagnato da diverse canzoni che mi facevano solo da sottofondo, trasformavo le parole che stavo leggendo in un film, con gli stessi personaggi che c'erano nel  film vero.

Ero arrivata verso il terzo capitolo quando un pallone, per fortuna di quelli gonfiabili, mi finì contro il Kindle e me lo fece cadere di mano e finire sul petto.

Alzai lo sguardo, scocciata, per vedere chi avesse tirato il pallone.
Ma ti pareva! Chi poteva essere!

- Scusa, Sofia - disse sorridendo, con tanta sincerità che mi aspettavo di veder da un momento all'altro il naso allungarsi come quello di Pinocchio.

- Si, certo. Come no. State attenti - borbottai, togliendomi una cuffietta, e rilanciando il pallone all'Idiota a petto nudo e provando a tornare alla lettura. Solo che la mia testa era ormai partita per il tangente. Frase, immagine di Luca a torso nudo. Frase, sorriso di Luca. Frase... no, dovevo rileggere la precedente perché non ne avevo compreso il senso.

Maledetti pensieri traditori!

Qualcuno mi oscurò la luce del sole, e anche se non ne avevo bisogno per leggere su Kindle, mi dava fastidio. Alzai lo sguardo e sospirai rassegnata.

- Cosa c'è? -

Luca, mani sui fianchi e una posa del tutto naturale, accennò un sorriso. - Noi stiamo per rituffarci in acqua. Vieni con noi? -

Perché non era venuta a chiedermelo Irene? Arianna era ancora occupata con la pulizia dentale di Peppe, ma Irene era liberissima.

- Finisco il capitolo - replicai, facendogli vedere la pagina scritta.

Lui annuì, appiattendo le labbra per qualche secondo. - Cosa leggi? -

"Sii gentile, non mandarlo a cagare. Per il momento non ha fatto nulla".     - The Help -

- Mai sentito - sentenziò voltandosi verso la piscina e afferrando la cuffia e gli occhialini blu. - Bhe, quando hai finito raggiungici -

Si voltò e se ne andò, lasciandomi un'ottima prospettiva sul suo lato B e rendendomi impossibile il ritorno alla lettura.

Sospira e chiusi il Kindle, voltandomi per vedere Arianna. Lei e Peppe si dovevano essere addormentati perché erano immobili, uno abbracciato all'altro, e quasi carini.

Alzai gli occhi, già decidendo che questa gliel'avrei fatta pagare, e prendendo le mie robe raggiunsi gli altri a bordo piscina, per nulla sicura di rientrare in acqua con Luca nei paraggi.

- Ehi Sofi, pensavo che non ci raggiungessi più! - commentò Irene puntando le mani sul bordo ed emergendo prima col busto e poi sedendosi.

Mi misi accanto a lei e mi infilai velocemente la cuffia, lanciando una rapida occhiata ai ragazzi che si passavano la palla nell'acqua alta, dove non c'era praticamente nessuno.

La maggior parte erano bambini o ragazzini con le famiglie e in pochi si avventuravano dove non toccavano.

- No, cambio di programma. Cos'è successo nel frattempo? -

- Niente, ho sentito alcuni commenti spinti e battutine sul sesso. Sai.. ragazzi. Il solito -

Ridacchiai con lei e sentii l'acqua gelata rinfrescarmi le gambe, che dopo aver passato ore sotto il sole ne avevano bisogno.

- Vado a farmi una nuotata - la informai, calandomi gli occhialini e lasciandomi cadere in acqua, fino a che non fui completamente sommersa.

Tornai in superficie per prendere fiato e poi mi re immersi, nuotando in un mix fra la rana e la sirena e sentendomi decisamente più fresca e rilassata.

E durò all'incirca due minuti, fino a quando delle braccia non mi presero per i fianchi e mi riportarono in superficie facendomi il solletico e portandomi quasi a morire per un infarto.

- Ma sei idiota! - urlai contro il mio aggressore, senza nemmeno sapere chi fosse, mentre cercavo di riprendere fiato.

- Uhh! A qualcuno qui non piace il solletico! - commentò Luca indietreggiando per tornare verso i suoi amici.

- Ehi Lu', prendila in braccio - suggerì quel genio di Domenico, sulle spalle di Livio e con la palla sotto il braccio. – Battaglia delle torri!–

Luca si voltò verso di me, facendomi capire che non avevo via di scampo.

- No, non voglio - protestai, provando a fuggire.

- Dai, non fare la guastafeste -. Mi trascinò verso di lui afferrandomi per il polso e, senza che capissi come, mi ritrovai nella stessa situazione di qualche giorno prima.

Solo che questa volta c'era solo un sottilissimo strato d'acqua a separare i nostri corpi seminudi e una sua mano era posata sul mio fianco, facendomi sentire caldo non ostante l'acqua gelata.

I suoi occhi erano fissi nei miei e il sorriso strafottente mi diceva che era proprio quello che voleva. - Coraggio Sofi - riprovò, con una voce leggermente più bassa e provocante.  – Divertiti un po'–

Percepii la sua mano scendere e il mio cuore accelerare. Come diavolo riusciva a farmi provare queste cose? - Non avrai mica paura! -

- È una sfida? - ribattei a tono, anche se la mia voce era più flebile di quello che avevo immaginato.

- Solo se la accetti - continuò, spostando ancora più in basso la mano e arrivando sulla mia natica.

Questo era decisamente troppo. - Toglie le tue mani dal mio sedere o giuro su Dio che te le trancio -

Lo guardai seria, cercando di non sembrare ridicola, e quando si allontanò ridendo quasi sentii la mancanza di quel contatto con la mia pelle.

Mi volta verso Irene. - Ire, vieni sulle mie spalle? -

Non mi sarei fatta prendere in braccio da nessuno, soprattutto da Luca. E preferivo tenere sulle spalle qualcuno che salirci.

- Arrivo. Lotta? -

Alzai le spalle, riportando lo sguardo su Luca e pregando dentro di me che fosse l'ultima volta che lo incontravo, o rischiavo seriamente di commettere un omicidio. Quel ragazzo aveva uno strano effetto su di me, e la cosa non mi piaceva per nulla.

Anche se il mio corpo non era per niente d'accordo.

Come Neve D'EstateWhere stories live. Discover now