Cap. XXXIX

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un antidoto lo vorrei subito, ma se servisse a

cancellarla non lo prenderei, in testa ho sempre lei,

sono i ricordi più belli della mia vita, quale cancellarli,

voglio il DVD blu ray in replay

Gemitaiz


Per il ponte dell'Immacolata i genitori di Luca erano partiti e lui ne stava approfittando, e anche io.

Avevo passato con lui tutta la notte - con la scusa di stare da Arianna-  svegliandomi la mattina dopo con un sorriso stampato in faccia che, anche dopo qualche battibecco, non era andato via.

– Allora, io ho la birra. Te hai finito con le patatine? – mi domandò, rientrando in casa e togliendosi il cappellino, scrollando poi i capelli dalla pioggia.

Sollevai la ciotola da cui stavo continuando a mangiare patatine con un gran sorriso.

– Oh, grande. Ho sentito Diego. Saranno qui a momenti. Hanno solo una macchina, quindi devono passare a fare tutto il giro – spiegò, lasciando le scarpe sul tappetino e il giubbotto bagnato sull'appendiabiti, accanto al mio.

Con un sorriso da parte a parte si avvicinò e mi lasciò un bacio veloce sulle labbra. – Sei una ladra di patatine –

Annuii, mangiandone ancora e gustandomele rumorosamente. – Si, sono deliziose –

– Tentatrice –

Sorrisi, alzando una patatina verso di lui. – Vuoi? –

Lui si avvicinò, prendendo la patatina in bocca e avvolgendo le sue labbra attorno alle mie dita, rimanendo più a lungo del necessario. – Deliziosa – commentò, facendomi assumere la stessa tonalità di un peperone.

Mi fissò negli occhi, ma prima che potesse dire qualcosa, il campanello di casa suonò interrompendo il nostro momento.

– Arrivati – sussurrai, ancora immersa nei suoi occhi.

Lui sospirò e andò ad aprire. – Siete arrivati prima del previsto! – commentò Luca battendo il cinque a Diego.

Salutai con la mano, rimanendo in disparte. Non ero così espansiva nei saluti e valutavo che un "Ciao" con la mano e sorriso andasse più che bene, senza bisogno di baci sulle guance o robe varie.

– Filippo ha avuto un imprevisto e non siamo andati a prenderlo – spiegò Greta, legandosi i capelli umidicci in uno chignon, facendo ricadere qualche ciuffo a incorniciarle il viso.

Sentii il cellulare vibrarmi in tasca e, non  andando a salutare, guardai il messaggio da parte di Arianna.

" Ehi tata, ma Luca abita nello stesso plesso di ville di Peppe?"

Corrugai le sopracciglia, cercando di ricordare. " Si, mi pare di si. Perché?"

" Stiamo andando a casa di un suo amico a guardare un film. Lui lo ha chiamato Conte, come si chiama di cognome Luca?"

" Conte" risposi, sbalordita. Mi ricordavo che Peppe e Luca erano amici da quella giornata in piscina, ma non pensavo che fra loro fosse andata avanti.
L'amicizia, intendo.

– Ehi Lu', viene anche Peppe? – domandai dalla cucina, fregandomi un'altra patatina. Erano una droga, una tira l'altra e probabilmente avrei finito la ciotola prima ancora di scendere a guardare il film, anche se immaginavo che dopo il film avremmo fatto altro.
C'erano alcolici e Luca aveva detto qualcosa riguardo la musica, ma ero più concentrata sulle sue labbra e sul fatto che fosse senza maglietta per ascoltarlo seriamente. 

Come Neve D'EstateWhere stories live. Discover now