Cap. XXV

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E comunque " a domani" è la promessa
migliore che si possa fare
E. Pirri

Arianna mi aveva fatto cambiare tre volte l'outfit, sostenendo che il mio fosse inadatto per vedermi con l'Idiota e finire, successivamente, in casa.

– Ricorda, puoi portarlo in casa, potete baciarvi e strusciarvi, ma niente sesso. Nemmeno quello orale – ribadì, pettinandomi i capelli con una spazzola.

Vidi le mie guance diventare rosse nel riflesso. – Ari! –

– Ehi, lo dico per il tuo bene. Non dargliela troppo presto –

– Non era mia intenzione – ammisi sincera. Certo, il mio corpo reagiva in maniera eccessiva, per la mia parte razionale, ma non avrei mai permesso di arrivare così oltre. Non dopo il primo appuntamento.

Sgranai gli occhi. Stavo per avere il mio primo appuntamento con l'Idiota; certo, non era la prima volta che uscivo ma con nessun altro ragazzo avevo avuto le farfalle nello stomaco. E settimane di baci alle spalle.

– Sei tesa come una corda di violino! Ti vuoi rilassare! Il bacio ve lo siete già dato – commentò, dandomi un bacio sulla guancia e sorridendomi dallo specchio.

– Ammettilo, ti stai divertendo un mondo! –

Arianna non riuscì a nasconde il sorrisetto divertito. – Tesoro, se avessi il mantello dell'invisibilità ti seguire solo per assistere al tutto in prima persona, mangiando pop-corn! –

Mi girai, tirandole un colpetto sulla spalla e facendola urlare.

Il pranzo era andato bene, e Leo non sembrava voler strangolare Peppe, almeno non a prima vista. E ora che il ragazzo se n'era andato l'atmosfera era decisamente più tranquilla, e Arianna sembrava più tranquilla. L'opposto di quello che ero io.

– Okay, mancano dieci minuti. Fatti vedere – annunciò, facendomi stringere la bocca dello stomaco, mentre le mie gambe provavano a sorreggermi. Mi aveva prestato un paio di jeans neri leggermente stracciati, che mi aderivano un po' troppo, ma ammisi che mi facevano un bel di dietro; la canottiera rossa l'avevo reputata eccessiva prima del maglioncino in cashmere aperto sul davanti, morbido e caldo, sul beige.

– Sei bellissima tata. E voglio ogni particolare di qualsiasi cosa vi diciate o succeda – disse, passandomi i miei stivaletti neri con un piccolo tacco.

– E non analizzarlo, non cercare di capirlo attraverso la psicologia e smetti di pensare ad ogni cosa –

Alzai gli occhi al cielo quando il cellulare, sul letto, si illuminò facendo comparire un messaggio da Idiota.

" Sono qui sotto. Scendi?"

Guardai Arianna che mi sorrise incoraggiante alzando i pollici e buttandomi fuori dalla porta; seriamente, per qualche secondo avevo temuto che mi spedisse di sotto dal balcone se non mi fossi sbrigata a scendere.

Legandomi il giubbino di camoscio in vita e iniziando a martoriarmi le pellicine, scesi le scale, troppo impaziente per aspettare l'ascensore.

L'aria fresca fu rinsanante, ma mai quanto la visione di Luca appoggiato al cofano della sua Alfa Romeo, il sorriso strafottente e irriverente stampato sul volto e la giacca scura aperta, mostrando la misera maglietta grigia che gli fasciava il petto muscoloso.

– Com'è andata con la tua amica? – domandò, staccandosi appena dalla macchina e togliendo le mani dalle tasche.

Alzai le spalle, cercando di concentrarmi sui suoi occhi e non sulle sue labbra. Quelle morbide e meravigliose labbra.

Come Neve D'EstateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora