Cap. XXXII

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La migliore cosa che ti può capitare nella vita è
di incontare qualcuno che conosca a memoria tutti i
tuoi errori, le tue mancanze, i tuoi passi falsi,
i tuoi difetti e le tue debolezze e che tuttavia
continui a pensare che tu sia
completamente incredibile così.
Massimo Bisotti


Alzai la testa dal torace caldo di Luca, sospirando e riempiendomi i polmoni del suo profumo, godendomi quella sensazione.

– Dobbiamo andare proprio a quella partita? – chiesi, la voce ancora rauca.

Luca continuò ad accarezzarmi i capelli, sparsi sul lenzuolo azzurro della sua stanza. Era passata una settimana da quando ci eravamo ufficialmente messi assieme, con tanto di uscita al cinema e ristorante e bacio della buona notte, nella mia stanza. Prima di addormentarsi al mio fianco.

Dopo quella litigata che aveva portato all'esperienza più bella della mia vita sentivo uno strano legame con Luca, e questo mi rendeva parecchio agitata e nervosa perché era il primo ragazzo con cui stavo ufficialmente insieme. Il primo che mi avesse fatto provare più di un semplice sfarfallio morto nello stomaco e il primo che mi avrebbe sicuramente ferito.

– Umm.. mi sa di si. Ho dato la mia parola ad Edo e poi dopo andiamo a mangiare la pizza – disse, allungandosi per darmi un bacio sul naso e poi uno sulle labbra. – Quindi non c'è via di scampo –

– E se provassi a farti cambiare idea? – replicai approfondendo il suo bacio e facendo scorrere le dita lungo i suoi addominali. Avevo uno strano bisogno di toccarli, come per rassicurarmi che nulla di tutto quello che stava succedendo non era frutto della mia immaginazione.

Avevo passato quasi due notti insonni per colpa dei miei pensieri e avevo cercato di ricacciarli nel profondo della mia mente, sperando che rimanessero sepolti in quel posto.

Lo sentii sorridere contro le mie labbra e portarmi una mano dietro al collo. – Sei parecchio tentatrice. Ma dobbiamo andare. – replicò, staccandosi dalle mie labbra e sorridendo in modo decisamente sexy. – Ma, una volto tornati vorrei proprio approfondire la maniera in cui pensavi di farmi cambiare idea –

Sbuffai, allontanandomi da lui. – Hai perso il treno. Spiacente – commentai avvolgendomi il lenzuolo attorno al corpo e cercando i miei vestiti per la stanza.

– Eddai, nemmeno un assaggino? – replicò, scostando le coperte e uscendo senza nessun pudore, facendomi assumere una tonalità simile a quella del pomodoro.

– Ci devo pensare – commentai, accennando un sorrisino.

Mi piaceva avere quell'effetto su di lui, mi faceva stare bene e mi provocava una strana felicità e sensazione allo stomaco.

– Dovrei farmi una doccia – replicai andando davanti allo specchio che aveva all'interno dell'armadio e guardando i capelli tutti scompigliati.

Vidi Luca ridacchiare mentre si infilava i jeans. – Se vuoi possiamo andare –

Mi girai, rilasciando cadere i capelli lungo la schiena e prendendo il dolcevita verde scuro posato sulla sedia. – Dobbiamo andare alla partita, ricordi? –

– Forse dovevamo starcene a letto –

Alzai gli occhi al cielo, tirando fuori i capelli e legandomeli in uno chignon veloce prima di andare verso l'angolo accanto alla porta dove avevo lasciato i miei amati stivali con il tacchetto. – Io te lo avevo detto. Sei stato tu a dire che dovevamo andare perché lo avevi promesso ad Edo –

– Touché –

Sentii un formicolio al collo e poco dopo le sue braccia mi avvolsero, attirandomi a lui contro il suo corpo caldo. – Ma sappi che è stata una decisione davvero difficile da prendere – sussurrò a pochi centimetri dal mio orecchio, facendomi venire la pelle d'oca. Sorrisi, soffocando quella vocina che mi diceva che mi avrebbe ferito e che dovevo allontanarmi da lui prima che fosse troppo tardi.

Come Neve D'EstateWhere stories live. Discover now