Cap. XXXVI

126 12 0
                                    

Il sesso è l'arte di controllare la mancanza di controllo.
(Paulo Coelho)

Ero già senza fiato prima ancora di entrare nella stanza, le labbra di Luca sul mio collo mentre cercavo di armeggiare con le chiavi della stanza e far girare quella stupida serratura.

Luca sarebbe venuto da me, mentre Silvia sarebbe andata nella loro stanza che era al terzo piano e troppo in alto per i miei gusti.

Finalmente la serratura scattò e io e Luca entrammo nella stanza come due uragani, chiudendo la porta velocemente mentre accendevo la luce con un gomito.

Le sue mani mi afferrarono la cerniera della felpa e poco dopo cadde sul pavimento, seguita dalla sua.

Mi attirò a lui, posando le labbra sulle mie con una certa voracità e sentendo il cuore fare salti carpiati dalla gioia. Era così perfetto, lui era perfetto e lo erano le sue labbra, leggermente umide e morbide.

Indietreggiai, fino a quando le gambe non toccarono il bordo del letto e allora mi lasciai cadere, ridacchiando.

– Hai.. hai un preservativo, vero? –

Luca sorrise contro le mie labbra. – Non preoccuparti principessa –

Feci per replicare quando le sue labbra iniziarono a scendere verso la mandibola e poi più giù, soffermandosi parecchio sul collo e stuzzicandolo fino a farmi emettere un verso rauco e incontrollato.

Adoravo quando faceva così, quando riusciva a farmi perdere il controllo.

Le sue mani mi sfiorarono i fianchi e afferrarono il bordo della maglietta, sollevandola con una lentezza snervante, lasciandomi dei baci umidi a ogni centimetro di pelle che scopriva.

– Luca – ansimai, allungando le braccia in modo da poter sfilare meglio la maglia.

Lui sorrise, riposando le labbra sulle mie per un breve secondo, ma nel frattempo la sua mano era arrivata alla zip dei miei jeans e li stava slacciandolo con decisione e calma.

Come diavolo faceva a non impazzire, perché io ero certa che stavo diventando pazza. Sentivo la fiamma del desiderio ardere in me e propagarsi come se fossi fatta di alcool allo stato puro.

La sua mano sfiorò la mia intimità, facendomi sussultare e inarcare la schiena mentre spostava l'orlo delle mutandine e mi accarezzava facendomi sentire le fiamme nelle vene.

Iniziai ad ansimare, stringendo il materasso, quando un suo dito si infilò fra le piaghe umide tra le mie cosce. Mossi i fianchi, spinta da un istinto che non sapevo di avere prima di conoscere Luca, e sussurrai il suo nome quando iniziò a sfiorare il mio punto G.

Per me fu la fine quando mi tolse i jeans, facendomi sentire un senso di vuoto, sostituito quando sentii le sue labbra posarsi all'interno della mia coscia e lasciare un piccolo morso.

– Luca... oddio.. – gracchiai con voce roca e bassa quando  la sua lingua si spostò là sotto e sentii una scossa percorrermi tutto il corpo.

Inarcai la schiena e poco dopo fui scossa da un orgasmo violento, stringendo i denti per non urlare e cercando di calmare il respiro mentre connettevo quello che era successo e il mio cervello tornava a pensare lucidamente.

– Sei così bella anche mentre vieni – sussurrò a pochi centimetri dal mio orecchio, tornando a baciarmi sulle labbra. Aveva un sapore leggermente più dolce e, anche se all'inizio mi faceva impreasione, farlo con Luca era completamente diverso.

Indietreggiai, costringendolo a seguirmi e, approfittando del letto matrimoniale, lo feci sdraiare mentre mi mettevo a cavalcioni sopra di lui.

Gli tolsi la maglia, volendo toccare quella sua pelle così perfetta. Avevo il bisogno di sentirla sotto le mie dita, di sfiorare ogni muscolo che dipingeva il suo torace. Mi abbassai e iniziai a baciarlo, percorrendo una linea immaginaria, che gli faceva emettere dei grugniti decisamente sexy.

Con le mani, questa volta non così tremanti, gli slacciai la zip e... oddio, niente mutande.

– Sofi – ansimò quando feci scorrere la lingua sulla punta, mentre muovevo la mano su e giù.

Seguendo l'istinto iniziai a fare come avevo fatto con il gelato, leccandogli tutta l'asta e giocando con la punta, coprendola poi con le labbra.

Il suo bacino si inarcò verso di me mentre le mano si posò delicatamente sulla mia testa, incitando quei movimenti fino a quando il suo seme non mi si riverso in bocca.

Chiudendo gli occhi e ignorando il sapore orribile che aveva mandai giù, dicendomi che era acqua dolcificata.

– Cazzo.. tu non sai cosa mi fai – sussurrò, attirandomi verso di lui e facendomi girare in modo da trovarmi sotto. Le nostre bocche si trovarono, iniziando a giocare fra di loro mentre divaricavo leggermente le gambe e Luca si posizionava per dare il via a una notte di passione.

Sarei stata esausta la mattina dopo, ma ne sarebbe valsa la pena, soprattutto perché era Luca.

Sorrisi, sollevando il bacino e unendomi alle sue spinte, sempre più veloci man mano che ci bacavamo, sempre più voraci.

***

Aprii lentamente gli occhi, sentendo un suono lontano e distante molto simile a quello di un telefono.

Feci un lungo respiro e mi passai una mano sul volto, troppo rintontita per capire subito.

Un secondo triiin mi confermò che era la sveglia: dovevamo alzarci e raggiungere gli altri nella hall per un altro giro di Ravenna prima della partenza dopo pranzo.

Allungai un braccio spegnendo la sveglia, avvertendo improvvisamente la mano di Luca, calda e leggermente ruvida, sul mio ventre nudo.

Emise un mugolio, attirandomi ancora di più a se e premendomi l'erezione sulla schiena, facendomi svegliare completamente.

Potevo avere un attacco cardiaco mentre i ricordi della sera prima mi investivano e, se qualcuno fosse entrato in quel momento, avrebbe capito dalle condizioni delle stanza cos'avevamo fatto.

Il lenzuolo era l'unica coperta rimasta sul letto, l'unica cosa con cui ci stavamo coprendo, e ai piedi della sedia era volato il mio reggiseno.

Se ne stava lì, ricordandomi quanto era facile toccare le stelle con Luca e sentirsi felice con un semplice bacio.

Oddio... parlavo come una di quelle ragazze sdolcinate dei libri d'amore. Io... no, Luca mi piaceva ma non ero innamorata di lui.

Stavamo insieme da troppo poco tempo per poter anche solo supporre qualcosa del genere.

– Buongiorno – gracchio, vicino al mio orecchio, lasciandomi un bacio sul collo.

Sorrisi, sospirando e cacciando via quei pensieri. – 'Giorno. Dormito bene? –

– Mmm.. – commentò, stringendomi ancora di più a lui e posando la fronte nell'incavo della mia spalla. – Hai un profumo delizioso anche di prima mattina –

– Dobbiamo alzarci... sai, gita scolastica – sospirai. Nemmeno io credevo alle mie parole, come potevo convincerlo ad alzarsi e scendere, prima che fossero i professori a venirci a cercare.

Sicuramente non ce la saremmo cavati con quattro paroline e un sorriso smagliate. Anche se le fossette di Luca erano davvero sexy dubitavo che le prof cedessero.

– Dovremmo farlo più spesso – dichiarò, sdraiandosi mentre io cambiavo lato in modo da poterlo guardare in faccia.

Incredibile, anche di prima mattina era dannatamente sexy! Aveva per caso fatto un patto col diavolo! Nessuno era così perfetto! Soprattutto non di prima mattina.

– Cosa? – chiesi. La mia voce era roca, il che mi ricordò che eravamo completamente nudi.

Arrossii ancora di più.

– Questo – ci indicò, sbadigliando e passandosi una mano sugli occhi. – Io e te. Mi piace svegliarmi e averti al mio fianco – 

Si avvicinò, lasciandomi un bacio sulle labbra. – Vado a fare la doccia...se vuoi raggiungrrmi –

Come Neve D'EstateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora