Cap. XLII

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E ora io ho bisogno di te per dormire
la notte, basta che mi stringi forte e
tutto va a posto, ed è come quando tu,
nel casino che c'è, trovi tutte le cose e oltre
alle chiavi trovi il senso che avevo perso dentro
di me
Caramelle di J–Ax ft Neffa


Continuai a guardare come ipnotizzata le dita di Luca mentre tracciavano ogni linea del mio palmo, procurandomi una scossa che si propagava in tutto il corpo.

Era iniziato tutto con il fatto che dovevamo vederci per studiare fisica, visto che avevamo una verifica il giorno dopo, ma avevamo convenuto entrambi che mezz'ora fosse più che sufficiente per passare ad anatomia.

– A Torino conoscevo una ragazza che sapeva leggere le mani. Veniva nella mia stessa scuola – disse, senza smettere di fare quel massaggio rilassante.

– Te la sei mai fatta leggere la mano? –

– Si, pochi mesi prima di partire. E mi sa che aveva azzeccato – ammise, e riuscii a capire la meraviglia nella sua voce.

Sollevai il mento, incrociando i suoi occhi scuri e intensi. – Cosa ti ha detto? –

– Che avrei incontrato persone nuove che avrebbero iniziato a fare parte della mia vita, e che avrei trovato quello che non sapevo di cercare –

Aggrottai le sopracciglia, ridendo. – E cosa sarebbe questa cosa che non cercavi? –

Lui mi sorrise, attirandomi a se in un lungo bacio, sicuramente più degli ultimi, e senza bisogno che dicesse nulla capii che, con molta probabilità, ero io.

– Può benissimo aver sparato a caso – commentai, staccandomi dalle sue labbra con una certa fatica e posandomi sui gomiti. – Non ci credo a queste cose. É come l'oroscopo. Ti dicono due cose opposte ma la mente si sofferma e ricorda solo quello che più la rispecchia. E' come dire a una persona che è buona, ma a volte può essere cattiva se le giustificazioni sono giuste. O che è felice, anche se a volte vive momenti di tristezza – replicai. – É semplice psicologia! –

Luca ridacchiò, mettendomi una ciocca dietro l'orecchio. – Adoro quando fai la secchiona –

– Non faccio la secchiona – borbottai, corrucciando le labbra mentre le sue si allargavano in un sorriso decisamente sexy.

– Hai ragione, non fai la secchiona. Sei una secchiona –

– E tu un idiota –

Luca si avvicinò, senza smettere di sorridere e dandomi la possibilità di continuare a guardare quelle fossette decisamente sexy. – Si, probabile –

La sua lingua mi inumidì il labbro inferiore mentre una mano scendeva verso il nord, scostando le coperte e sfiorando la stoffa della sua maglietta, l'unico indumento che indossavo.

La porta d'ingresso sbatté di colpo, facendoci irrigidire. Non poteva essere papà, era appena uscito per andare al lavoro. Ok, forse erano passate due ore, ma i suoi turni duravano decisamente di più.

– Sofi!! Dove cazzo sei finita! –

La voce di Arianna fu come una secchiata d'acqua fredda e sia io che Luca ci mettemmo a sedere di scatto, allontanandoci mentre la mia porta veniva spalancata e un'Arianna infuriata entrava.

– Ciao, tutto bene? – chiesi, la voce roca e le guance rosse per l'imbarazzo.

Arianna si fermò un secondo, guardando Luca a torso nudo e me con la sua maglietta e i capelli tutti arruffati. Alzò un sopracciglio ma non disse nulla.
– No – decretò infine, iniziando a togliersi il giubbino e lasciandolo sulla sedia mentre spingevo Luca contro il muro e facevo in moda che le coperte non ci cadessero via accidentalmente.

Come Neve D'EstateWhere stories live. Discover now