Cap. XXVI

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Vorrei essere per te come quella canzone che ti
fa sorridere non appena ascolti le prima note,
come la tua frase preferita in un libro,
quella che sottolinei per non dimenticarla.
Elvira Asile

Cercare di mantenere il controllo mentre salivamo le scale si rivelò nullo: non eravamo arrivati nemmeno a metà del primo pianerottolo che Luca mi aveva abbracciato da dietro, facendomi aderire contro il muro, per iniziare a baciarmi come se non ci fosse un domani, mozzandomi il fiato.

Cercare le chiavi di casa fu ancora più difficile, anche perché avevo le mani che mi tremavano e non riuscivo a ragionare lucidamente.

Dovevo fermarmi, e questo lo sapevo, ma non volevo; non ancora.

Quei secondi in cui dovetti separarmi da lui per aprire le due serrature ( mio padre aveva una paura folle dei ladri) fu interminabile ma appena si aprì richiusi a chiave e mi fiondai su Luca.

Le nostre giacche caddero a terra mentre indietreggiavamo fino al divano, troppo distanti dalla mia camera per poterla raggiungere. Ogni movimento che facevamo, finivamo con scontrare i bacini, aumentando ancora di più l'eccitazione che stava prendendo il controllo al nostro posto.

Le sue labbra si spostarono sul mio collo, facendomi piegare la testa all'indietro e sussurrai il suo nome mentre le sue mani scendevano sul mio sedere.

Buttando giù tutti i cuscini mi feci spazio e mi sdraiai, seguita da Luca che si posizionò fra le mie gambe, facendomele divaricare leggermente.

D'istinto gliele avvolsi attorno al busto, iniziando a muovermi su e giù spinta da non so quale istinto; forse leggere tutti quei libri e quelle fan fiction era servito a qualcosa.

I nostri respiri si fecero sempre più affannosi e fui indecisa se fermarlo o meno quando le sue labbra si spostarono sul mio petto, sempre più vicine al decolté.

La mano che aveva lasciato sul sedere mi incitava a continuare il movimento con il bacino, facendomi capire perché Arianna fosse sempre così felice ultimamente.

Nemmeno quella volta a casa di Luca mi ero sentita così coinvolta, senza pensieri.. libera da qualsiasi catena mi intrappolasse a terra.

– Cazzo Sofi – ansimò contro il mio collo, facendomi venire i brividi. Avevo la canottiera rialzata, che mi lasciava scoperto un lembo di pelle, fino all'ombelico, e avevo l'impressione che ben presto sarei rimasta solo in reggiseno.

Lo volevo?

Non ne avevo la più pallida idea, ma non volevo smettere.
Non ancora.

Allungai la mano, non volendo essere la prima a perdere la maglietta, e afferrai quella di Luca che mi aiutò a sfilargliela.
Misericordia santissima!

Mi presi qualche secondo per ammirare il panorama, anche migliore di come me lo ricordavo. Feci passare un dito su ogni linea che formava i suoi muscoli, sentendolo irrigidirsi e sospirare ogni volta che arrivavo vicino al bordo dei jeans scuri.

Vedevo la sua eccitazione crescere e la sentivo contro il ventre quando ci strusciavamo, insieme alle sensazione delle vene che  mi andavano a fuoco.

Le sue labbra sul mio collo iniziarono a muoversi, lasciando piccoli morsi che venivano sostituiti con baci che mi mandavano in extasi facendomi uscire suoni che non credevo possibili.

– Dio... Sofi, se non ci fermiamo ora.. – la voce rauca e il respiro affannoso completavano da loro la frase: non ci saremmo più riusciti a fermare.

Annuii e sospirai. Luca posò la testa sulla mia fronte e mi sorrise, accarezzandomi la guancia. – Sei bellissima – sussurrò, lasciandomi un bacio casto sulle labbra.

Come Neve D'EstateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora