Cap. XL

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 "Quando perdi qualcuno che ti è caro, spendi molte energie
nel tentativo di reagire nella maniera
giusta... ma non esiste una maniera
giusta! Forse il modo migliore per onorare
la memoria di chi se n'è andato
è... continuare a vivere!"

Dalla serie TV LOVE

Nel buio e nel silenzio più totale della notte il rumore sembrava amplificato e più cercavo di fare piano più mi sembrava difficile e imbarazzante.

Le mani di Luca scesero lunga il mio fianco, afferrandomi le cosce e facendomi emettere un gemito sommesso fra le sue labbra.

– Cazzo, vuoi svegliare gli altri? – sussurrai, ansimando fra le sue labbra.

– Ci cazzo è che sta limonando? – sbiascicò Mirko girandosi e abbracciando la mia migliore amica, che non si oppose, ma si strinse ancora di più a lui.

Ma non mi sembrava quello il momento di svegliarla e ricordarle che aveva un ragazzo.

Dopo aver visto tre film, bevuto più di quanto credevo possibile e finito tutte le scorte di patatine della famiglia Conte, avevamo deciso che le tre del mattino era un orario ragionevole per andare a letto e dormire.

Arianna era collassata prima, sbiascicando qualcosa e facendomi capire che quel suo sorriso era una maschera per nascondere qualcosa.

Avevo la stana e orribile sensazione che fosse successo qualcosa fra lei e Peppe e che lei non volesse dirmi nulla.

Non l'avevo mai vista in quel modo.

– Andiamo nella mia stanza? – mi chiese bisbigliando Luca, avvicinandosi al mio orecchio e mordendomi il lobo.

– Sei sleale – replicai, togliendomi le coperte e cercando di non sembrare un elefante imbufalito mentre scendevo dal divano.

Avevano sparso cuscini ovunque e alcuni, anche se non sapevo chi visto il buio, si erano addormentati sul pavimento.

Riconobbi Diego, data la sua massa muscolare e qualcuno di più piccolo e gracile accanto a lui. Aveva un braccio attorno alla vita di quella che doveva essere o Greta o Camilla, visto che Alessia era sul divano vicino ad Edoardo.

Luca mi prese per il polso, tirandomi verso di lui e facendomi emettere un verso strozzato per lo spavento.

Mi fece adagiare contro la parete e ritornò a baciarmi. Gli schiocchi della nostra lingua che rimbombavano come cannonate nel silenzio della taverna.

– Sei bellissima – ansimò contro la mia bocca, facendomi sorridere.

Sentirlo dire da lui era qualcosa di... meraviglioso. Era come se le sue parole mi infondessero un coraggio e una fiducia che prima non avevo.

Feci scontrare i nostri bacini, strusciando contro l'erezione che mi premeva sul fianco dal terzo film, ovvero da quando, approfittando del buio della stanza, ne avevamo approfittato per scoprire i nostri corpi con qualche tocco veloce.

Salimmo le scale quasi di corsa, rischiando di inciampare, prima di arrivare in cima e andare spediti verso la camera di Luca.

Per fortuna che era al piano terra, se avessimo fatto un'altra rampa di scale ci saremmo sicuramente rotti l'osso del collo.

Mentre le nostre mani provvedevano a togliere ogni vestito che ci separava le nostre bocche si allontanavano solo per permettere lo sfilamento delle magliette, arrivammo a destinazione.

Credo che quella di Luca fosse finita vicino alle scale, ma ero troppo concentrata a non andare a schiantarmi contro qualche mobiletto o rovesciare dei quadri per ricordare.

Come Neve D'EstateWhere stories live. Discover now