Cap. V

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Se vuoi qualcosa che non
Hai mai avuto, devi essere pronto
A fare qualcosa che non hai mai fatto.
Anonimo


Merda.

Rimasi immobile per qualche secondo, sentendo l'acqua fresca scorrermi per il corpo e la maglietta aderire sempre di più, soprattutto al reggiseno di pizzo, per mia fortuna bianco, ma che comunque divenne pian piano sempre piu visibile.

Io. Lo. Ammazzo.

Se non avessi paura dell'altezza probabilmente starebbe già penzolando per un piede dal mio cornicione.

Alzai lo sguardo, cercando di trasmettere più rabbia e odio possibile, e lo fissai negli occhi. Solo che i suoi occhi erano puntati verso il mio petto.

– Guarda dove vai, la prossima volta, idiota – gli ringhiai contro a denti stretti, allontanandomi e rendendomi conto di avere gli occhi di tutti, e dico veramente tutti, puntati addosso.

Decisamente imbarazzante.

Sbuffando, e gocciolando, mi allontanai e andai verso camera mia, iniziando a indirizzargli contro ogni genere di insulto che avessi mai imparato o conosciuto.

Sbattei la porta della stanza  e andai verso l'armadio, sulla parete opposta a quella cui era poggiato il lato lungo del letto, e feci scorrere l'anta con lo specchio accedendo agli infiniti ripiani di vestiti e top. Tolsi quello bagnato e lo buttai sulla sedia, facendo una smorfia quando capii di dovermi cambiare anche il reggiseno.

Quello stronzo maledetto.

Afferrai un top rosa con il pizzo a V sullo scollo e me lo misi, senza troppi convenevoli.

Mi lanciai un'occhiata allo specchio, vedendo i lunghi capelli lisci disordinati e le pesanti occhiaie che neanche il fondo tinta era riuscito a oscurare del tutto.

" Solo poche ore, poi non rivedrai più nessuno di loro. Solo poche ore" mi ripetei, facendolo diventare il mio mantra giornaliero.

Tornai alla porta e non feci in tempo ad aprirla che per poco non ricevetti un cazzotto dall'idiota.

Per sua, e mia, fortuna si fermò in tempo e mi guardò come se nemmeno lui fosse felice di essere lì. – Ancora tu? Cosa diavolo ci fai qui? –

Luca non sembrò minimamente a disagio, cosa che non mi sorprese, ma mi irritò parecchio. – Sono venuto a scusarmi, ma credo che non sia necessario –

– Oh, ma che carino! Un coglione educato – replicai fredda e distaccata. Solitamente non ero così stronza, ma quello mi aveva appena rovesciato dell'acqua addosso!.
" Solo poche ore".

Luca alzò le sopracciglia, come se fosse la prima che gli davano del coglione. – Non credo di aver mai conosciuto una come te –

Incrociai le braccia, questa volta stentando io a credere quello che lui aveva detto. – Bhe, mi dispiace per te. La tua vita deve essere stata veramente orribile! –

Gli strappai un sorriso e in qualche modo la cosa mi procurò quelle che sembravano delle farfalle nello stomaco. O semplicemente la fame visto che avevo mangiato solo una coscia di pollo, e neanche tutta.

– Uh! Qui qualcuno non ha peli sulla lingua – commentò, divertito.

Alzai le sopracciglia. – Ti crea problemi? –. Sorrise, in modo decisamente irritante e sexy. Ora si che iniziavamo a divertirci.

– No, mi piacciono le donne forti –

Oh! Questa non me l'aspettavo. – Bene, sono felice per te – feci un passo in avanti per uscire dalla mia stanza ma un ammasso di muscoli alto un metro e ottanta e passa, me lo ostacolava. – Ho fame e vorrei andare a mangiare –

– Se no? –

Sospira, decisa a voler andare a mangiare le costine che sarebbero state pronte a minuti. Nessuno si mwtte fra me e le mie costine. – Io non so che problemi tu abbia, se hai qualche malato e contorto legame con tuo padre di odio e amore, o se sei geloso dei tuoi fratelli chiaramente migliori di te, o se fumi per cercare di attirare l'attenzione di una madre che ti ignora. Sinceramente non ti chiedo nemmeno come tu abbia fatto ad avere tutte le ragazze che hai avuto, e scommetto che sono tante, ma levati dalle palle e fammi andare a mangiare, che ho fame – . Le parole mi uscirono senza controllo e quando ebbi finito sentii una lieve punta di rimorso.

Mi avvicinai di qualche centimetro, sperando di incutere più paura, ma per qualche secondo vidi passare sul suo volto un'espressione indecifrabile e che avrei pagato per mettere in pausa in modo da fotografarla.

Ma ottenni quello che volevo, o almeno lo avevo pensato per i primi secondi, quando si era girato di lato per farmi passare, lasciandomi si e no venti centimetri.

Va bene che ero magra ma non ci sarei mai passata in quel buco!

Non ostante questo, con il cuore a mille per la sua incredibile vicinanza e le parole che avevo appena detto, mi misi di traverso. Continuai a tenere gli occhi inchiodati ai suoi mentre passavo, non riuscendo ad evitare che i nostri corpi entrassero in collisione.
Sentivo il calore propagarsi nel mio e la sensazione che mi diede mi procurò un brivido sulla schiena.

Il suo braccio scattò, bloccandomi la via di fuga.

" Coglione! Adesso gli do un calcio nelle palle, vediamo se continua!... no, poi dovrei giustificarlo con mio padre e gli altri ospiti. Meglio evitarlo... e maledizione quanto è sexy!".

– Ritira quello che hai detto – digrignò i denti, avvicinandosi ancora di più, con l'unica reazione, traditrice, del mio corpo che iniziava ad avere più caldo del dovuto. E c'era l'aria condizionata in casa!

Cercai di mantenere lo sguardo, solo che più volte mi capitò di soffermarmi sulle labbra carnose e perfette, venendo travolta dall'insano desiderio di volerle assaggiare.

" Sofia! Riprenditi!" .

– Cosa esattamente? La parte del coglione problematico o della troia? –

– Entrambe –. Dovevo aver centrato il bersaglio, o la sua era solo una tecnica per avvicinarsi ancora di più a me. Infondo non ero mai stata esperta di ragazzi ma ero abbastanza certa che non fosse normale trovarsi uno sconosciuto così vicino. A meno che non avesse cattive intenzioni, ma dubitavo visto che i nostri erano così vicini.

– Dovrai aspettare di vedere i maiali volare –

Prima che potesse aggiungere altro la voce di sua sorella, la mia salvatrice, arrivò dal corridoio. – Luuca! Sofiia! Sono pronte le scottadito! –

Mi leccai le labbra, già pregustandole, e mi liberai dalla morsa di Luca. Avevo le gambe molli, e una strana sensazione che mi aveva fatto passare gran parte della fame.

– Eccoci Maria, andiamo! – esclamai alla mia salvatrice, sorridendole e prendendo la manina che mi stava porgendo.

"In famiglia c'era un po' troppa confidenza per gli estranei". Pensai, ma non dissi nulla.

Sentendo gli occhi di Luca puntati sulla schiena, continuai fino alla terrazza sfoderando un sorriso finto solo per metà.

Certo, avrei evitato molto volentieri l'incontro ravvicinato con Miss Idiota, ma a quanto pareva in una vita precedente avevo fatto qualcosa come massacrare animali o persone per avere una punizione del genere.

– Tutto bene Sofi? – domandò zia Elisa, interrompendo la sua conversazione con Maura.

Annuii e mi sedetti al mio posto, prendendo il bicchiere per bagnare la gola improvvisamente secca. I miei occhi scattarono su Luca, con un umore decisamente diverso da quello che era all'inizio.

Alzò lo sguardo e mi sorrise, facendomi letteralmente mancare il fiato. E non so come ma avevo la strana sensazione che lo avrei rivisto. Poi abbassati lo sguardo e vidi il suo dito medio.

Stronzo.

" Solo poche ore e tutto sarà finito" mi ripetei, ma con decisamente meno convinzione di quando me lo ero detta un'ora e mezzo fa.

Come Neve D'EstateWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu