Cap. XXXVIII

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Nessun inverno può competere con
il brivido che provo quando tu
mi stai davanti, mi guardi e mi sorridi
Entics

Non mi ricordavo quante volte Maria fosse spuntata al momento inopportuno, probabilmente aveva un dono della natura, ma quello era decisamente il peggiore di tutta la sua classifica.

Grazie al cielo avevamo ancora addosso le nostre magliette.

Alzai il busto, provando a sistemarmi, muovendo un po' troppo i fianchi e facendo emettere un verso strozzato a Luca.

Merda.

– Ehi Maria – gracchiai, iniziando poi a tossire sperando che la voce mi tornasse normale. Bastavano già le guance rosse come pomodori a far capire quello che stava succedendo.

– Mamma mi ha detto di scendere a controllare che vada tutto bene.. e a chiederti se mangi l'insalata –

Guardai Luca, con gli occhi chiusi e le mani sui miei fianchi che irradiavano un calore, in quel momento inopportuno, a ogni fibra del mio corpo.

– Emm.. si, stiamo guardando un film – spiegai indicando lo schermo a cui davo le spalle. Non credo di aver seguito nemmeno una scena, ma doveva essere interessante.

– E si grazie per l'insalata –

– Che film è? – volle sapere, venendo verso di noi.

Luca si schiarì la voce. – Uno non adatto a te. Ora, va di sopra a dire alla mamma quello che voleva sapere –

Gli tirai uno schiaffetto sulla spalla, per il tono troppo brusco. Lui come risposta alzò leggermente i fianchi, ricordandomi che eravamo in una posizione non del tutto appropriata per una bambina.

Come se me lo fossi dimenticata!

– Ma io voglio vedere il film – protestò Maria, mettendo il broncio.

– Prima va a dire alla mamma che Sofi mangia anche l'insalata, poi ne riparliamo –

Vidi l'incertezza sul volto di Maria ma alla fine annuì e fece retromarcia, sparendo su per le scale.

Il mio corpo venne scosso da un attacco di riso nervoso.

Merda, per poco non venivamo scoperti dalla sorellina di Luca, e non avevo la più pallida idea da quanto fosse lì.

– Se continui a muoverti non aiuti – disse Luca, alzando il busto e, d'istinto, allungai le gambe dietro di lui. Posò la fronte sulla mia e ridacchiò. – Quella bambina ha un tempismo orribile. Dovrebbero darle un premio –

– Ed ecco Maria, la campionessa mondiale dei momenti inopportuni per fare domande al fratello e alla ragazza – sussurrai, cercando di indurire la voce come i presentatori televisivi.

Le mani di Luca si posarono ai lati della mia testa, scostandomi i capelli. – Già. E sarà meglio muoversi a rivestirsi prima che la teppa scenda ancora –

– Mi sa che è meglio – convenni insieme a lui, anche se il mio corpo non aveva nessunissima voglia di muoversi, o separarsi da quello di Luca. – Grazie al cielo avevamo le magliette –

– Già. Avremmo traumatizzato mia sorella –

– Poverina, un angelo deviato perché suo fratello non sa tenere dentro il suo coso – ribattei, posandogli le mani sulle spalle larghe e robuste.

– Sei veramente terribile –

– E tu sei un idiota – replicai, prima di dargli un bacetto veloce e levarmi da quella posizione con un leggero ansimo.

Come Neve D'EstateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora