Cap. XXVII

162 12 0
                                    

Credo nelle sensazioni a pelle, nel colpo di fulmine,
nell'istinto. Credo in tutto quello che il mio corpo
sceglie prima della mia testa"
- Twitter

Dire che la giornata era iniziata male era un eufemismo. La sveglia non era suonata e mio padre dormiva, quindi nessuno mi aveva svegliato. E quando mi ero alzata avevo già perso il primo pullman, quindi la mia unica alternativa era entrare alla seconda ora.

Come se non bastasse minacciava ancora pioggia, e io odiavo la pioggia. Ero abbastanza certa che il nostro adorato professore di educazione fisica ci avrebbe fatto fare un bel giretto fuori, per iniziare ad allenarci e selezionarci per la campestre.

Bastardo sadico. Si, quel giorno non ero per nulla di buon umore, il che era un peccato per chi mi stava attorno.

Quando avevo scoperto che i miei adorati jeans erano ancora bagnati, perché papà non aveva steso i vestiti come indicava la tabella, per poco non avevo urlato per la frustrazione e la rabbia.
Diciamo che ci era andato di mezzo qualche povero libro e vestito, o qualsiasi cosa mi fosse capitata sottomano.

Avevo così mandato in frantumi la mia idea di mettermi quei jeans con il maglioncino rosa pallido che mi metteva in evidenza le forme, e che Luca avrebbe sicuramente apprezzato, e avevo optato per qualcosa di più veloce e sportivo, buttando una maglietta di ricambio nello zaino insieme ai libi.

Non ero più abituata a portare i legging, anche perché l'unico paio che avevo era sepolto in fondo all'armadio, ma non mi stavano male ed erano parecchio più aderenti dei pantaloni normali. Infilai sopra una maglietta bianca di Starbucks, regalo di papà da Londra, e visto che me l'aveva presa di una taglia in più mi copriva il sedere e non mi faceva sembrare.. bhe, per quanto fosse crudele pensarlo, come la mia compagna di classe Silvia, che passava la maggior parte del suo tempo con più pelle scoperta che coperta e il culo in bella mostra.

Ci infilai sopra una felpa grigia e mi legai i capelli in una coda, obbligandomi a darmi un minimo di trucco prima di correre all'autobus con la colazione in mano.

Quando arrivai a scuola ero affannata e nel momento in cui entrai lanciai uno sguardo veloce a Luca, notando con piacere il suo sorriso e la sua attenzione rivolta alla sottoscritta.

Almeno una cosa positiva di quella giornata!

- Come mai questo ritardo, signorina Marchesi? -

- Il pullman, prof - spiegai, sperando che non mi facesse rimanere fuori dalla classe gli ultimi dieci minuti prima della campanella.

La donna annuì, tornando alla sua spiegazione su quanto fosse importante l'atmosfera; cosa alquanto strana visto che dovevamo studiare storia dell'Arte.

- Tieni, questo è da far firmare ai tuoi genitori - sussurrò Erika passandomi due fogli dove bisognava che inserissi i miei dati personali.

La guardai perplessa. - Per cosa? -

- La Caprino ci vuole portare a Ravenna per vedere le basiliche e tutti i dipinti o qualcosa.. ero concentrata a studiare inglese per la terza per prestare attenzione - ammise, con un sorriso di scuse. - Il prezzo è quindici per il pulmino e trenta per l'albergo e la guida. Una cosa all'ultimo minuto, la faremo alle prime di novembre. È passata l'altro giorno al consiglio -

-Tre settimane, in pratica - replicai, guardando scioccata i fogli, ma grata che potessimo staccare un attimo dagli studi.

- Si, esatto. I soldi sono da portare entro tre giorni. Si va con lei - indicò la Caprino, ancora intenta nella spiegazione dell'atmosfera - La Parella e quello di religione, che ha insistito per venire in modo da vedere le cattedrali. Su unisce a noi anche l'altra quarta -

Come Neve D'EstateTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon