128- Welcome to the final show

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Wolverhampton

Subito dopo quella conversazione con Liam ed Harry, ero andata a rinchiudermi in camera, senza dare alcuna spiegazione a nessuno e senza chiedere neppure il permesso a Liam, che dopotutto restava il proprietario di quella casa.

Avevo dimenticato ogni cenno di educazione ed avevo preferito affrontare quei sensi di colpa che poco prima avevo preso sotto gamba, in privato, lontano da tutti.

Probabilmente il modo in cui Harry aveva parlato del nostro rapporto, aveva risvegliato in me delle strane e fastidiose sensazioni che prima non mi ero nemmeno preoccupata di affrontare.

Improvvisamente, come se tutti i miei pensieri precedenti si fossero annullati, ero enormemente pentita di ciò che quella sera, nella mia camera, stava per accadere.

Sentivo come di aver fallito con me stessa per la millesima volta, marcando ancora di più quell'enorme solco nel mio cuore che stava a ricapitolare tutte le volte in cui non avevo portato rispetto a me stessa ed avevo commesso una grande cazzata.

Sentirlo così freddo difronte a quell'argomento, mentre ne parlava in maniera così schietta e volgare con Liam, mi aveva dispiaciuta particolarmente.

Più che altro perché credevo che infondo, oltre le discussioni che avevo avuto con Harry a causa di suo fratello e di tutte le cose su cui non eravamo d'accordo, ci volessimo davvero bene.

Per lo meno nel mio caso, anche dopo un'enorme incassatura ed una miriade di provocazioni, non mi sarei mai permessa di parlare in quel modo, senza alcuno scrupolo.

Lo consideravo un amico, qualcuno che aveva delle idee diverse dalle mie, ma comunque qualcuno con il quale avevo condiviso qualcosa e per il quale portavo rispetto, indipendentemente dalle circostanze.

E scoprire che per lui invece, fosse tutto decisamente meno importante, mi aveva stravolta.

Rimasi per circa mezz'ora sul letto, con le ginocchia strette al petto e gli occhi fissi sulle lenzuola, fin quando non spostai lo sguardo all'armadio che avevo difronte e che, come il primo giorno in cui ero arrivata lì, era rimasto vuoto e privo di ogni mia cosa personale.

Soltanto allora mi ricordai di aver indossato qualche abito a caso, preso qua e là in qualche negozio e di aver lasciato tutte le mie cose a casa, dove non mettevo piede da un bel po'.

I miei abiti, i miei trucchi, tutte quelle stupide ed insignificanti cose che facevano comunque parte di me e delle quali avevo bisogno.

Decisi così di smettere di martorizzare me stessa con quei pensieri negativi che fondamentalmente, anche se mi fossi impegnata, non avrebbero mai cambiato nulla.
Decisi di tornare a casa, dove vi era tutta la mia roba, e di metterla all'interno di qualche valigia per portarmela poi a casa di Liam, dove sarei stata per un po'.

Mi alzai dal letto e presi il mio giubbetto appoggiato sulla spalliera della sedia che affiancava la scrivania, mettendomelo addosso.
E una volta infilato, tirai il più possibile le maniche verso il basso, fino a coprire una buona parte delle mie mani, prima di uscirmene dalla mia camera.

In quel momento non badai ad Harry, al fatto che probabilmente non sapevo nemmeno se se ne fosse andato o se fosse ancora in qualche stanza a litigare con Liam.

Mi preoccupai soltanto di me stessa, del mio stato d'animo e di chi probabilmente avevo trascurato troppo a lungo, a causa delle altre persone.

Uscii da quella camera senza badare a niente, così come ero entrata, e mi diressi con un passo spedito e deciso verso la porta d'ingresso, la quale avrei aperto ed utilizzato subito dopo per evitare le domande di Liam, i suoi sguardi, i probabili sguardi del riccio che non avevo idea di dove fosse finito e tutte quelle cose che desideravo eliminare dalla mia vista.

Hostage II - ZAYNWhere stories live. Discover now