146- Of Late I Think of sℯx

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Bradford

Detestavo mettermi in una situazione in cui non sarei mai stata volentieri e dalla quale avrei tirato fuori qualcuno, nel caso ci fosse capitato dentro.

A parte qualche recente e strano evento, non ero di certo il tipo di persona che combatteva i problemi con l'alcol ed assecondava il suo ragazzo a farlo.

Probabilmente in quel momento ero il peggior esempio di ragazza al mondo.

Ma pensare di poter fare qualcosa di minimamente utile per sentirmi meno oppressa dai sensi di colpa e per far star meglio Zayn, mi faceva sentire meno orribile di quanto già non mi ritenessi.

Sapevo perfettamente cosa significasse ciò che avevo fatto, far sentir così male qualcuno da non riuscire ad uscire dalla sua testa.

Perciò, seppur con un po' di rammarico e scetticismo; mi ritrovai comunque all'interno di un locale notturno, pronta ad assecondare Zayn in qualcosa di poco ragionevole e seduta sul bordo di un bancone, ad aspettare che qualcuno ci portasse da bere.

'Ti prego di non farmene pentire, Zayn', dissi con perplessità, guardandomi contemporaneamente intorno.

La gente già ubriaca, la musica ad alto volume, le luci lampeggianti ed accecanti ed infiniti corpi disgustosamente sudati ed appiccicati l'uno contro l'altro.

Era la perfetta atmosfera che una persona letteralmente opposta a me avrebbe adorato.

Mi voltai a guardare Zayn, al mio fianco, seduto sullo sgabello con un gomito appoggiato contro il bancone e con lo sguardo rivolto a me, pronto a rispondere: 'non dire niente, non farlo', lo frenai in tempo, allungando una mano nella sua direzione non appena aprì bocca.

Ed una risatina allegra affiorò sulle sue labbra, quando notò quel particolare disgusto regnare sovrano sulla mia faccia.

Distolse poi lo sguardo dal mio e si rivolse verso il bancone, là dove vi era una cameriera bionda ed impegnata a servire dei clienti con i capelli legati in una disordinata treccia.
La richiamò con un cenno, facendola subito scattare nella sua direzione, e non appena lo guardò scettica, con ancora due bicchieri vuoti tra le mani, Zayn strizzò maliziosamente l'occhio e passò la lingua in mezzo alle sue labbra: 'mi piace quella collana', ammiccò, indicando col suo mento il ciondolo che pendeva in mezzo al suo seno.

Immediatamente scattai a guardare esattamente dove Zayn aveva indicato e notai la scollatura della sua t-shirt, decisamente evidenziata e proposita ad esporre cosa c'era lì in mezzo.

Di tutta risposta, la donna abbassò lo sguardo verso il suo ciondolo ed aggrottò poi la fronte, tornando a guardare Zayn: 'quella non è la tua ragazza?' Domandò confusa, rivolgendosi a me con una rapida occhiata.

'Oh sì!' Rispose prontamente lui, scattando a guardarmi con un sorriso sornione, 'ma abbiamo una relazione aperta', aggiunse, tornando poi alla barista ed allungando contemporaneamente una mano verso il mio polso, fermo ed immobile sul legno del bancone.

E prima che qualcuno potesse parlare ed insinuarsi in mezzo a quella ridicola discussione, ritrassi il mio braccio dalla sua presa e piombai a guardare Zayn, irritata: 'relazione aperta un cazzo!' Citai le sue parole, storcendo il naso.

E senza lasciarmi innervosire maggiormente da quella che intuii fosse una risatina da parte sua, scattai subito dopo verso la ragazza e la liquidai in un solo istante, con falsa cordialità: 'e sì, sono la sua ragazza, quindi ora puoi portarci i drink, gentilmente?'

Hostage II - ZAYNWhere stories live. Discover now