Bradford
Gli agenti entrarono in casa come avvoltoi affamati e privi di tolleranza.
Sorvolarono la mia figura schiacciata al lato della porta e si intrufolarono nell'appartamento senza alcuna tregua, come se non ci fossi, pronti a mettere a soqquadro tre quarti delle cose e a spostare persino i mobili, se ce ne sarebbe stato bisogno.I poliziotti si erano moltiplicati da quando avevo aperto la porta e non c'era una stanza di quella casa dove uno di loro non stava frugando nei cassetti.
Cercavano prove, forse persino nello scarico della doccia, e ne avrebbero trovate a volontà.
E girarono ovunque, con sacchetti trasparenti e scatoloni che avrebbero contenuto probabilmente tutti gli oggetti di mia proprietà, mentre io li fissavo dal mio angoletto con timore e desideravo davvero avere ancora quel carattere insopportabilmente sfrontato da affrontarli ed oppormi alle autorità.
Controllavano persino tra i cuscini del divano, sugli angoli del pavimento e ad ogni centimetro calpestabile di quella casa.
Durante quell'invasione poco gradita, mi ritrovai a guardare Bee ancora ferma al lato del tavolo e pietrificata da ciò che stava accadendo.
Fissava quelle persone sconosciute e terrificanti con disagio ed io facevo lo stesso da lontano, come un piccolo inutile ragazzino, mentre desideravo davvero andare da lei ed assicurarle che sarebbe andato tutto nel verso giusto.E mentre i suoi denti serrati sembravano bloccarla da un pianto isterico, notai una donna riccioluta e piuttosto robusta avvicinarsi a lei, con gentilezza: 'può fornirci il suo nome è il suo cognome?' Le chiese, posando la punta della sua penna sulla pila di fogli che reggeva in mano.
'Bee', rispose lei, abbassando lo sguardo alla mano decisa e rapida della donna, che scrisse in un attimo il suo nome: 'Bee Tomlinson', aggiunse un attimo dopo, deglutendo rumorosamente.
Potei leggere la paura e l'angoscia nei suoi occhi, mentre fissava quella donna come un bambino fa con la propria maestra severa.
E prima che la donna potesse scrivere il suo cognome, alzò di scatto lo sguardo su di lei e la osservò accigliata: 'Tomlinson?' Ripeté, 'come l'altro indagato?' Chiese scettica.
'Sono sua sorella', taglio corto Bee, spostando nervosamente una ciocca dei capelli dietro all'orecchio.
E dopo qualche secondo di panico che la donna impiegò a fissare con stravolgimento la faccia di Bee, sembrò assimilare abbastanza la cosa scuotendo il capo e sbattendo rapidamente le palpebre, prima di tornare poi a scriverei i suoi dati con riservatezza.
'Può dirmi perché si trova qui?' Le domandò con freddezza, non appena finì di scrivere il suo nome, rialzando il capo: 'e dove era il giorno dell'omicidio?' Chiese ancora, fissandola.
E vidi Bee nel peggior stato in cui era mai stata, quando la donna aggrottò la fronte e la guardò con così tanto sospetto da farla sentire uno schifo.
E ricordavo perfettamente la sensazione del sentirsi il colpevole agli occhi di tutti, mente un'autorità ti guarda con poca fiducia e cerca di scovare l'inesistente colpa che è in te.
Era una delle sensazioni più umilianti e raccapriccianti nell storia delle sensazioni, probabilmente.Tanto che seppur non avessi torto un capello a mio fratello, riuscivo comunque a sentirmi un'assassino crudele e una cattiva persona, sotto a quell'occhiata investigativa.
Per questo forse, quando vidi Bee in quelle condizioni, non riuscii più a trattenermi e camminai spedito nella loro direzione.
Fu come mettermi nei suoi panni ma in modo amplificato, visti i miei sentimenti.
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Hostage II - ZAYN
फैनफिक्शनQuesto libro è il seguito di Hostage, scritto per tutte le volte in cui l'amore ci porta a compiere azioni catastrofiche.