148- Meaningz

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Bradford

'Sapevo che prima o poi lo avrebbe detto a qualcuno'.
Zayn infilò le mani nelle tasche dei suoi jeans e camminò con calma all'interno della stanza, verso di noi, tra i nostri sguardi attenti e difronte ai nostri corpi irrigiditi, quasi pietrificati dalla sua presenza.

Non capii esattamente cosa accadde, perché mi ritrovai ad aver timore di lui o del perché qualcosa mi diceva che per l'ennesima volta sarebbe andato tutto a rotoli.
Pensai soltanto ad osservarlo con investigazione, senza sembrare troppo inopportuna e senza smascherare il mio stato d'animo.

'Perché vuoi farle questo?'

il quel momento, Trsiahr si trovava esattamente difronte a lui, forse con meno arroganza del solito e ricevendo tutta l'attenzione che Zayn non gli avrebbe mai degnato nemmeno nei prossimi dieci anni di vita.

La sua voce fu pacata quando porse quella domanda, non parlò con alcun tipo di provocazione e Zayn riuscì a ridere soltanto, di risposta, e a scuotere il capo superficialmente: 'io non voglio farle proprio niente...'

'So come stanno le cose Zayn, l'ho scoperto ieri sera, quando eri impegnato a fingerti il fidanzatino perfetto!' Strillò l'altro di rimando, senza riuscire a fermare le sue mani che d'impulso si scagliarono sulle spalle del moro e lo fecero indietreggiare di qualche passo. 'So cosa vuoi farle, presto lo saprà anche lei, non ha più senso recitare la parte del ragazzo che sta cercando di cambiare!' Lo minacciò, puntandogli un dito contro.

E di tutta risposta, Zayn scosse semplicemente il capo, con divertimento, e portò il suo sguardo disinteressato verso di me, oltre le spalle del mio amico.

'Se pensi di poter fare ciò a cui stai aspirando, Zayn, credimi, dovrai passare sul mio cadavere piuttosto...' Trishar riprese le sue minacce con un tono freddo, gelido come quell'atmosfera, e l'altro lo azzittì semplicemente alzando gli occhi al cielo, annoiato ed intento a non ascoltare cos'avesse da dire.

E non avevo le forze e la costanza necessaria per poter udire quel monologo ancora a lungo; mentre dentro di me corrodeva il terrore di essere di nuovo all'oscuro di tutto e di poter perdere nuovamente la fiducia nell'umanità, con l'ennesima batosta.

Fu come un flashback al passato, a quando avevo scoperto il doppio gioco di Zayn e l'intero mondo che avevo intorno mi era crollato addosso, dolorosamente.

Per questo forse, quando sentii il mio amico fiatare nuovamente con l'ovvio intento di parlare, scattai e camminai rapidamente verso di lui, puntandomi difronte ai suoi occhi, in mezzo ai loro corpi troppo vicini e decisamente agitati.

'Smettila!' Lo ammonii, facendo serrare le sue labbra seda stante.

I miei polmoni presero ad inalare aria rapidamente e il fiato cominciò a farsi corto nella mia gola, quasi incapace di sostenermi in piedi e di mantenere il mio stato d'animo fermamente rigido.

'Bee, devi venire con me...' insistette lui, notando i miei occhi distrutti e tutta quella confusione addosso alla mia pelle, come bruciante veleno.

'Non verrò con te!' Strillai di rimando, puntando i miei occhi nei suoi.
Contemporaneamente una lacrima di nervosismo scappò dalle mie palpebre, per correre sola lungo la mia gota e per dimostrare esplicitamente tutto il terrore e la dispersione che mi affliggevano.
'Non verrò da nessuna parte se non mi dirai ciò che sai e ciò che dovrebbe completamente farmi perdere fiducia in Zayn!' Continuai, pulendo via quella lacrima con il dorso della mia mano.

La mano del moro, alle mie spalle, nello stesso tempo si posò delicatamente sulla mia schiena e mi sfiorò indecisa, quasi spaventata dall'idea di aver un contatto con me: 'devi fidarti di me Bee, non...'

Hostage II - ZAYNWhere stories live. Discover now