136- Echec

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Bradford

'Harry?'
Dissi il suo nome con parecchia confusione e inaspettatezza, quando la sua testa riccioluta mi si presentò davanti e i suoi grandi occhi verdi mi scrutarono incerti.
Il riccio restò immobile davanti alla porta, non appena chiamai il suo nome e mi si trovò difronte, probabilmente senza che lo avesse calcolato.
'Cosa...perché sei qui?' Domandai bruscamente, sembrando decisamente maleducato ed irrispettoso, mentre i miei occhi perplessi passavano lungo tutto il suo corpo.

Notai che era vestito come al solito, con addosso gli stivaletti di sempre e la camicia larga nella quale si disperdeva e si sentiva estremamente a suo agio. Poi tornai al suo volto e notai il modo imbarazzato con il quale scrutò il mio corpo praticamente seminudo, soffermandosi ai miei boxer parecchio sospettosi: 'okay, sono venuto nel momento sbagliato', tagliò corto, sbattendo rapidamente le palpebre.

'Io...io volevo parlarti e il tuo telefono è spento praticamente da ieri sera, quindi...' gesticolò.

'Parlarmi di cosa?' Domandai, passando oltre  tutte quelle paranoie che si stava facendo, nel trovarmisi difronte in mutande, quasi come se non avesse mai visto suo fratello in quelle condizioni.

Alla mia domanda, Harry sbarrò gli occhi ed aprì la bocca per rispondere, rinchiudendola un attimo dopo, senza sapere cosa dire.

Ma prima che potessi innervosirmi e chiedere nuovamente per quale diavolo di motivo fosse in casa mia ed avesse la faccia bianca come quella di un cadavere, qualcosa ci interruppe, richiamando l'attenzione di entrambi.

'Zayn?'

Udimmo la voce di Bee dal bagno, sollecitante, ed entrambi scattammo a guardarci negli occhi con terrore, sovrastando completamente  quell'atmosfera di disagio e confusione che poco prima si era creata e sembrava non volesse svanire per alcun motivo al mondo.

Ci guardammo quasi come se entrambi volessimo sotterrarci nei rispettivi posti in cui ci trovavamo.

'Zayn, potresti portarmi un accappatoio, un asciugamano o...'

E prima che potesse dire qualcosa di più specifico o imbarazzante, la interruppi e risposi repentinamente, ad alta voce: 'è nel secondo cassetto della mia camera!' Sbuffai.

E dette quelle parole, seppur contro le mie volontà, dovetti tornare ad occuparmi di Harry e della sua improvvisa voglia di avere una conversazione con suo fratello. Ovviamente nel momento più sbagliato che poteva beccare.

Quando lo guardai per parlare nuovamente di ciò che lo turbava tanto da farlo venire fino a Bradford, trovai mio fratello con il sguardo distratto e rivolto al corridoio alle mie spalle, con particolare interesse: 'oh, quindi siete...'

'No, è passata qui per chiarire alcune cose', mentii prontamente, ancor prima che completasse la frase, probabilmente con la prima pessima scusa che mi passò per la testa, 'lei...lei sta male per suo fratello e...' e non riuscii a finire di sparare l'ennesima ed improponibile cazzata, prima che Harry mi fermasse, con la faccia di chi sa che stai mentendo spudoratamente: 'Zayn, smettila per favore', sbottò, alzando gli occhi al cielo, 'se state di nuovo insieme o semplicemente andate a letto insieme, io non vi giudico, non mi importa, io...' 

'Di cosa volevi parlarmi, Harry?' Lo interruppi, portando nervosamente le mani ai fianchi.

'Di parecchie cose, Zayn', ammiccò lui, forzando un sorriso.

'Per esempio del fatto che ti voglio un mondo di bene', continuò, senza nemmeno lasciarmi il tempo di parlare o di prepararmi ad un momento così tanto inaspettato e delicato, da parte sua: 'del fatto che mi manca avere un rapporto con te, uscire insieme, parlare dei tuoi problemi...'

Hostage II - ZAYNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora