143- An arrogant man

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Catford, London

'Okay Bee, consideralo soltanto un favore per la mia migliore amica', affermò il moro, con seccatura, da dietro la porta che aveva appena aperto.

Trishar aveva addosso soltanto dei pantaloni di una vecchia tuta, mentre il suo petto ben definito dai muscoli era completamente scoperto e la sua faccia del tutto assonnata, intenta a mandarmi volentieri a quel paese, se soltanto non fosse stata una questione di vita o di morte.

Lanciò una rapida occhiata a Zayn, fermo alle mie spalle, e serrò spropositatamente la sua mano sulla maniglia, facendo delle sue dita una vera e propria morsa inarrestabile: 'tra noi non funzionerà comunque', lo annientò, lanciandogli una perfida occhiata, 'anche se dormirai a casa mia', specificò.

E dette quelle parole, senza che Zayn potesse aprir bocca o degnarlo di una efficiente risposta, Trishar ci voltò le spalle e lasciò la porta aperta davanti ai nostri occhi, invitandoci ad entrare e a servirci da soli.

E nel frattempo che lui si allontanò e che io digerissi quel loro scontro indiretto, potei giurare di sentire un 'me ne farò una ragione', decisamente ironico, detto alle mie spalle.

Così, come in tutte le situazioni in cui Zayn non era il benvenuto e non voleva esserlo allo stesso modo; mi auto convinsi che tra i due non sarebbe mai scorso buon sangue ed afferrai bruscamente la mano di Zayn, ferma accanto alla mia, e lo trascinai dietro di me con un passo svelto ed irritato, contro ogni sua volontà.

Puntai il mio sguardo sulla figura del mio amico, fermo accanto al frigorifero, e camminai rapidamente verso di lui, guidando Zayn al mio fianco, con prepotenza.

'In realtà Zayn vuole chiarire', enunciai, fermando i talloni proprio accanto al suo corpo indaffarato e rivolto di spalle.

'Cosa!?' Prima che Trishar potesse voltarsi e rispondere alle mie parole, Zayn strillò e staccò bruscamente la sua mano dalla mia, guardandomi con confusione e tradimento; quasi come se avessi appena detto una delle cose più sbagliate al mondo: 'io non devo chiarire assolutamente niente con lui!' Sbraitò, indicandolo con disapprovazione.

'Infatti nemmeno a me interessa chiarire col tuo ragazzo, Bee', sentii dire dal mio amico, con noncuranza, finalmente arrivato difronte a noi ed introdotto nel bel mezzo di quella conversazione.

Scattai a guardarlo e i miei occhi scrutarono attentamente il suo sguardo minaccioso, rivolto costantemente al moro e decisamente poco intento a mettere le cose a posto.

'Cosa diavolo vi costa!?' Domandai, alternando poi la mia attenzione tra i due, impiegati a fissarsi come cani rabbiosi ed implacabili, mentre le loro mascelle erano tese e i loro occhi fulminei, come vere e proprie bestie: 'non vorrete davvero odiarvi a vita soltanto perché Zayn ha ben deciso di trattarti male al vostro primo incontro, vero?' Domandai ancora, ferma tra i due, come l'unica cosa in grado di tenerli separati.

'Non si tratta del nostro primo incontro, in realtà', affermò Trishar, al mio fianco. Mi guardò per un'istante e prima di parlare ancora, magari spiegando cosa ci fosse di sbagliato tra loro due, lanciò un'occhiata provocatoria all'altro: 'non è vero?' Gli chiese.

'Di cosa sta parlando?' Domandai, scattando di nuovo verso di Zayn, con la fronte aggrottata.

E di tutta risposta, lui fece una risatina e distolse lo sguardo dal suo nemico, per poter finalmente rivolgersi a me e rispondermi con la sua perenne ed irritante superficialità: 'è soltanto un coglione', ghignò, scuotendo il capo.

'Quindi sono io il coglione, ora!?' Sbraitò Trishar, ancor prima che potessi fiatare.

Le sue mani si piombarono istintivamente addosso a Zayn, violente e rapide nello spintonarlo lontano dal suo posto, cercando di dare inizio ad una guerra senza fine.

Hostage II - ZAYNWhere stories live. Discover now