145- Whippersnapper

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Bradford

'Fantastico!' Esclamai non appena la mano della donna mi spinse a sedere sulla sedia di metallo e mi lasciò cadere su di essa, con poca cordialità.

Sistemai le mie braccia sopra al tavolo e mi guardai intorno in quella stanza decisamente familiare, che ad essere sincero, non mi era affatto mancata: 'dovreste ristrutturare questo posto', osservai, notando le mura a dir poco trascurate e l'arredamento quasi completamente andato.

Era esattamente tutto come lo avevo lasciato per la prima volta, quando ero stato lì per firmare le mie confessioni e per dare inizio al mio destino infernale.
Non avevano cambiato niente, neppure l'armadietto dei documenti e il distributore del caffè rotto, probabilmente non funzionante da prima della mia nascita.

La donna si sedette difronte a me e posizionò alcuni documenti sul tavolo.
Impiegò qualche minuto per riordinarli sotto al suo sguardo e lasciò che io la osservassi in silenzio, senza troppe lamentele, fin quando non finì e rialzò il capo, mostrandomi un sorriso.

'Mi state di nuovo arrestando per l'omicidio di mio fratello o è per qualcosa di nuovo e meno noioso?' Domandai con seccatura, non appena ne ebbi l'opportunità.

'Signor Malik, la prego, stia zitto', mi ammonì lei, alzando gli occhi al cielo.

'Dunque ieri notte ha dato fuoco alla casa dove fino a qualche mese fa viveva con suo fratello', ricapitolò, lanciando un'occhiata ai fogli che probabilmente raccontavano tutti i miei casini dettagliatamente.

'Non ho dato fuoco alla casa', mi difesi, cercando contemporaneamente di sbirciare tra le righe che anch'essa stava distrattamente leggendo.

'Sarò chiara', scattò di colpo, posando i gomiti sul tavolo e guardandomi attentamente negli occhi, con severità: 'io credo alla tua innocenza, Zayn, e ho bisogno che collabori con me per permettermi di aiutarti', spiegò.

I suoi occhi non esitavano sul mio volto, non si lasciarono scappare alcuna emozione o reazione alle sue parole.

Soltanto serietà e competenza. Due doti affatto sollevanti in quelle circostanze.

'So che sei stato tu a bruciare la casa, tuo fratello Harry mi ha mostrato la lettera e lì c'è chiaramente scritto che stai per gettare della benzina sui pavimenti', ammiccò con presunzione, sospirando rumorosamente.

E prima che potessi aggrottate la fronte con confusione per cercare di assicurarmi di aver ben capito cos'avesse detto, la donna confermò ogni mia teoria, procedendo: 'l'ha trovata sull'ingresso', precisò.

E quando disse quelle parole sentii un'estremo ed incontrollato bisogno di picchiare mio fratello una volta per tutte, così da mettergli in testa che non per forza tutto dev'essere consegnato alle autorità.

Ma in quel momento, oltre che a stringere i denti e a sfogare la mia voglia di dargli una lezione serrando i pugni; non potei far altro e sbuffare sonoramente e spostare lo sguardo sulle pareti malconce.

Non risposi, restai soltanto a guardare il vuoto con frustrazione e rimuginai tra i miei numerosi pensieri a lungo, fin quando la donna non alzò un sopracciglio e mi fece uno strano cenno, invitandomi ad esporre a voce ciò che stava frullando nella mia mente.

'Perché sono ammanettato?' Domandai, abbassando lo sguardo alle mie mani legate e a quelle fastidiosissime cose d'acciaio che da qualche mese stavano quasi diventando un accessorio fondamentale.

'Perché continuò ad avere queste cose come fottuti bracciali!?' Insistei, sbarrando gli occhi.

'Cosa!?' Chiese di rimando la donna, aggrottando la fronte: 'tisto offrendo l'opportunità di essere sincero e di avere un'aiuto e tutto ciò che fai, è domandarmi perché hai delle manette ai polsi?' Chiese incredula, probabilmente ancora troppo poco cosciente di che tipo di persona ero.

Hostage II - ZAYNWhere stories live. Discover now